Due ore sono state sufficienti per liquidare questa mattina l’udienza in Tribunale. Due ore per mettere a verbale i ricordi di due cassieri della Banca, soprattutto per rispolverare operazioni effettuate tra il 2005 e aprile 2006, quando la Banca del Titano fu commissariata. I cassieri non sono stati in grado di ricordare i dettagli sulle operazioni effettuate dalle aziende facenti parte dei cosiddetti gruppo Marangoni” e “Gruppo Frezza”. Confermata dunque l’assidua frequentazione settimanale, operazioni a “tra cifre”, sconfinamenti assidui. Nulla di nuovo nel canovaccio della vicenda basata su prestiti di una decina di milioni senza le garanzie necessarie che hanno prodotto un buco finanziario ripianato con una iniezione di 14 milioni da parte dello Stato. Il processo riprenderà il 4 febbraio con una udienza fiume: saranno convocati i membri del vecchio Cda, l’ex commissario straordinario e alcuni periti tra cui, il più atteso, quello contabile. Intanto Pace, ex direttore della Banca del Titano, precisa di non avere alcun procedimento aperto presso il Tribunale di Ancona. Essendo stato archiviato il fascicolo.
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