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Caro Confuorti, ma ci faccia il piacere

Editoriale del Dg Carlo Romeo

29 ott 2020
L'aggressione alla troupe di San Marino RTV nel 2017
L'aggressione alla troupe di San Marino RTV nel 2017

Gentilissimo Signor Confuorti,
spulciando nella relazione della Commissione Banca Cis, abbiamo trovato una sua missiva, sotto molti aspetti, estremamente significativa. In pratica, con questa sua singolarissima comunicazione, segnala un episodio agli Eccellentissimi Capitani Reggenti, alla Segreteria di Stato agli Affari Esteri, alla Segreteria di Stato per il Bilancio e le Finanze nonché per conoscenza al Presidente e al Direttore generale della Banca Centrale. Mancano curiosamente sia il direttore della testata giornalistica della Radiotelevisione di Stato sia il presidente del suo Cda.

Cosa segnalava dunque, caro Confuorti, ai vertici della Repubblica? Lo si può leggere dall'allegato della Commissione che è doveroso riprodurre qui integralmente. In pratica denunciava una "inqualificabile aggressione nei confronti di una banca d'affari privata come Advantage Financial nonché nei confronti del Presidente e del Direttore Generale della Banca Centrale della Repubblica di San Marino, da essa invitati a partecipare al Meeting di Rimini, richiede una formale censura (il corsivo è nostro, ndr) da parte della Repubblica di San Marino". Ohibò, caro Confuorti, una formale censura? E a che titolo? Neppure nel far west o nella Palermo degli anni belli si usano più questi metodi quanto meno arroganti e tracotanti. In realtà dovrei utilizzare un termine più adeguato che preferisco evitare per carità di patria.

Per la cronaca e per la verità, successe piuttosto altro. Durante il Meeting del 2017, infatti, una nostra giornalista, cronista di lunga esperienza il cui nome è già noto, con un operatore di altrettanta esperienza, si era permessa di chiederle una dichiarazione, nel pieno e totale controllo di sé stessa, della sua professionalità e della sua educazione, in un luogo pubblico durante un evento di interesse giornalistico. Non è stata quella l'aggressione dunque che però pure c'è stata. Lei infatti, come reazione alla richiesta, prima ha afferrato la telecamera cercando di strapparla di mano all'operatore - materialmente non metaforicamente - mentre l'operatore che anche lui ha un nome e un cognome cercava di difenderla. Essendo il suddetto operatore alto un metro e novanta, l'impresa non era agevole. Così dal grande manager che lei indubbiamente è, cambiava progetto e si avventava sulla giornalista medesima, di taglia molto più agevole, portandole via il microfono che oltre tutto cercava ingenuamente di smontare (un Sennheiser originale quindi le sarebbe servita quanto meno una fiamma ossidrica per farlo). Dopo di che abbandonava il microfono qualche decina di metri dopo dove poi lo ritrovava la nostra giornalista. Ovviamente il tutto testimoniato dalle immagini e dai numerosi presenti.

Curioso episodio questo per denunciare di avere subito una aggressione. La lettera che lei - con l'eleganza e rispetto della libertà di stampa che evidentemente le appartengono, - aveva indirizzato alla politica, al "padrone", perché tirasse le orecchie a chi pensava di poter fare il suo lavoro di giornalista in una redazione di giornalisti del servizio pubblico, non ebbe giustamente conseguenze e lei, caro Confuorti, dovrebbe essere grato ai suoi destinatari che le hanno evitato una ulteriore pessima figura.
Fra l'altro evocare un "danno di immagine" a chi fa il giornalista è sintomatico di scarsa cultura democratica oltre che di una certa arroganza, comune a molti cosiddetti potenti, che divide, come noto, i giornalisti in servi o nemici.

Questa lettera riporta anche in mente un momento complesso. Un suo sodale, allora direttore generale di Banca Centrale, che in quello stesso giorno al Meeting aveva peraltro esibito contro i giornalisti il dito medio, qualche settimana prima si era qualificato sul web come l'unico a San Marino a difendere la legalità. Non furono in molti in quel momento a sentirsi offesi e a reagire pubblicamente in Repubblica. Noi però come servizio pubblico quindi con un ruolo ben preciso a tutela dell'intero tessuto sociale e non piuttosto di chi in quel momento comanda, c'eravamo e abbiamo reagito come dovevamo, nonostante diciamo la scomodità della posizione perché a quei tempi non era facile reagire contro di lei e Savorelli. È una pagina della storia di San Marino Rtv che rivendichiamo con forza e con rigore. Certe mentalità, certi comportamenti, certe arroganze, qualificano come noto più chi le usa che chi le subisce. La sua lettera di tre anni fa è uno dei maggiori complimenti che ha ricevuto Rtv nella sua storia. Di questo non possiamo che ringraziarla.

cr

Leggi la lettera di Francesco Confuorti




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