Esiste, nel potentissimo sottobosco romano, una particolarissima realtà inquietante, molesta, spesso pericolosa e altrettanto spesso dannosa. Si tratta degli inciucisti, i cultori segreti o meno segreti della sottile arte dell'inciucio, inteso secondo antica tradizione come un insieme composto principalmente da intrigo, maneggio e pettegolezzo. Nemica del merito e dei riscontri oggettivi, la categoria degli inciucisti è rappresentata solitamente da personaggi che è molto difficile vengano mai nominati Cavalieri del Lavoro.
E' esperta nel comporre e propinare strategie complesse e contorte, compravendite azzardate di benefici e di poltrone, rivelazioni epocali quanto improbabili ecc., il tutto regolarmente fondato sul nulla. Nel codice penale, le loro principali attività potrebbero collocarsi agevolmente fra quei comportamenti legati al millantato credito e all'accattonaggio molesto, anche se raramente capita si espongano alla attenzione del magistrato.
Gli inciucisti trafficano, parlano, millantano, promettono, garantiscono, ammiccano, sentenziano, inventano, qualche volta minacciano, sia pure velatamente, perché il coraggio non fa solitamente parte del loro bagaglio. La loro savana abituale sono i corridoi, le sale di attesa, le tribune VIP, certi bar e certi ristoranti, alcuni circoli esclusivi dove riescono a infiltrarsi con perversi e a volte umilianti sotterfugi. Insomma battono - come si diceva una volta, forse in altri contesti - a tappeto tutti quei luoghi dove sospettano annidarsi quelli che invece decidono veramente sulle cose e che si guardano bene, se sono saggi, dall'incontrarli.
L'inciucista poi vive nel suo brodo naturale, raggiungendo il massimo possibile per lui, quando in quei posti di potere arrivano gli incompetenti - altra categoria ben rappresentata a Roma e in Italia - i quali si affidano loro per cercare di barcamenarsi più o meno. Sia per gli inciucisti che per gli incompetenti occorre peraltro dire che non a caso, curriculum e credibilità sono aborrite oltre che evitate come l'idea stessa del merito, qualità che considerano (sotto certi aspetti non a torto) inaffidabili. Nelle realtà più piccole - che hanno altri problemi ma sono composte in fondo da gente che si conosce bene, che altrettanto bene riconosce e che ricorda - l'inciucista è una specie poco sviluppata. Funzionano, è vero, in certi periodi quelli che arrivano da fuori, spesso con credenziali fasulle e improbabili, ma alla resa dei conti durano poco anche se i loro bei danni possono farli anche lì.
Ciò detto come premessa, occorre dire che, gli inciucisti, nella Capitale italiana, vivono ore mai così tragiche. Hanno persino provato a cercare, ci dicono i giornali, tramite Magalli e compagni di classe, dei contatti da millantare con le loro vittime con il Premier incaricato, ma la solidarietà di classe - nel vero senso del termine - degli ex giovani del Collegio Massimo regge e difende il loro compagno di libri e di studi. La SJ - a Roma peraltro già ben rappresentata - sa notoriamente benissimo come formare i suoi giovani e come far fare loro gruppo e squadra. Tornando agli inciucisti, disegnatori di nulla sul nulla, il momento è difficilissimo.
La lista dei nuovi ministri, per esempio. passerà solo dal Quirinale, visto che il presidente incaricato ha salutato i partiti alla fine dei loro incontri dicendo "ci vediamo in Parlamento", modo elegante per dirsi in sintesi "perdiamoci di vista" per qualche giorno o più banalmente "non parlate al conducente", cosa prevista, se non imposta dalla Costituzione. Per gli inciucisti questa, e tutto il resto, sono una vera e propria tragedia. Come si fa a millantare astuzie diaboliche e disegni perversi assolutamente segreti - e come tali spacciati all'universo mondo - se, alla base, la porta è già dichiarata chiusa e non da gente che la riapre al primo colpo di tosse? Come si fanno a ipotizzare, a promettere, a inventare sottosegretari, categoria molto cara agli inciucisti, se il terreno di caccia è già inibito? Tempi duri insomma per i poveri inciucisti e non sembra - e noi peraltro non ci auguriamo - che siano tempi brevi.
cr