Come è cambiata la figura del giornalista, nel passaggio all'era digitale. Nuovi media e nuovi modelli comunicativi in campo, che chiamano a nuove riflessioni sul valore della correttezza nel fare informazione. E' il primo corso organizzato dalla Consulta per l'Informazione a San Marino. I saluti del Capitano di Castello di Fiorentino, Daniela Giannoni e dei Presidenti degli organismi che rappresentano gli operatori del Titano, Luca Pelliccioni per la neonata Consulta, Elia Gorini per l'Associazione sammarinese Stampa Sportiva, e, per l'Ordine dell'Emilia-Romagna, Antonio Farnè, che guarda con favore alla collaborazione fra i due territori.
In un momento storico e in un contesto culturale in cui tanti profetizzano la fine della carta stampata è l'esperienza del direttore Italo Cucci a fargli dire “Non sarà così”. Ma parte proprio dal giornalismo sportivo e dal cambiamento che ha operato anche in termini di linguaggio, per lanciare un richiamo alla categoria: non dimenticare l'importanza della lingua italiana, difenderla e conoscerla. E identifica tre ideali che devono muovere un buon professionista.
Il valore della notizia, la credibilità dell'informazione, la correttezza in un mestiere che cambia insieme alle nuove tecnologie, alla base dell'intervento del direttore della San Marino RTV, Carlo Romeo. Non manca il riferimento al contesto sammarinese, tra locale e globale. “Non mi piacciono – ha detto Romeo – i giornali che fanno killeraggio mediatico, che non separano fatti e opinioni, che pubblicano notizie per colpire i propri avversari. Non è giornalismo, ma cialtroneria”.
Nuove sfide per gli operatori sammarinesi, ricordate dal segretario di stato Iro Belluzzi che partendo dalla legge sulla stampa e l'editoria, ha messo l'accento sul ruolo sociale di chi fa informazione: “Non si può diventare mercenario per conto di qualcuno – ha detto – auspicando l'autonomia dei finanziamento degli editori e ricordando che la legge impone la trasparenza sugli assetti proprietari, nel rispetto dei lettori e degli stessi operatori.
Nel video, le interviste al Presidente dell'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna, Antonio Farnè e a Italo Cucci
In un momento storico e in un contesto culturale in cui tanti profetizzano la fine della carta stampata è l'esperienza del direttore Italo Cucci a fargli dire “Non sarà così”. Ma parte proprio dal giornalismo sportivo e dal cambiamento che ha operato anche in termini di linguaggio, per lanciare un richiamo alla categoria: non dimenticare l'importanza della lingua italiana, difenderla e conoscerla. E identifica tre ideali che devono muovere un buon professionista.
Il valore della notizia, la credibilità dell'informazione, la correttezza in un mestiere che cambia insieme alle nuove tecnologie, alla base dell'intervento del direttore della San Marino RTV, Carlo Romeo. Non manca il riferimento al contesto sammarinese, tra locale e globale. “Non mi piacciono – ha detto Romeo – i giornali che fanno killeraggio mediatico, che non separano fatti e opinioni, che pubblicano notizie per colpire i propri avversari. Non è giornalismo, ma cialtroneria”.
Nuove sfide per gli operatori sammarinesi, ricordate dal segretario di stato Iro Belluzzi che partendo dalla legge sulla stampa e l'editoria, ha messo l'accento sul ruolo sociale di chi fa informazione: “Non si può diventare mercenario per conto di qualcuno – ha detto – auspicando l'autonomia dei finanziamento degli editori e ricordando che la legge impone la trasparenza sugli assetti proprietari, nel rispetto dei lettori e degli stessi operatori.
Nel video, le interviste al Presidente dell'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna, Antonio Farnè e a Italo Cucci
Riproduzione riservata ©