Non mille, come dichiarato dalla British Petroleum, ma 5.000 barili al giorno di greggio sversato nel golfo del Messico e le propaggini della marea nera stanno raggiungendo il delta del Missisipi e quindi le coste della Louisiana. A sprofondare, del resto, è stata una delle piattaforme petrolifere più grandi del mondo. Una catastrofe ecologica paragonabile a quella del 1989 provocata dalla Exxon Valdez in Alaska. Gli effetti inquinanti del disastro della "Deep Water Horizon" potrebbero ripercuotersi sull’ambiente marino per il prossimo mezzo secolo. A New Orleans, la città devastata dal ciclone Katrina del 2005, l'aria è diventata pesante per i vapori acri del greggio. Il Presidente Obama ha promesso ai governatori degli stati minacciati dal disastro ogni risorsa disponibile per fronteggiare l’emergenza. E sulle responsabilità è già in atto un rimpallo tra la British Petroleum, la Transocean - società svizzera che ha affittato al colosso britannico la piattaforma - e la Halliburton: il gigante dell’energia avrebbe infatti causato il disastro, tentando di effettuare riparazioni sottomarine. Intanto la Bp ha già installato 54 km di reti di protezione delle coste e si prepara a piazzarne per altri 90 km. Un impegno nei soccorsi da sei milioni di dollari al giorno.
Luca Salvatori
Luca Salvatori
Riproduzione riservata ©