L’Emilia alza la testa e si prepara a ripartire. Grazie all’intraprendenza e alla solidarietà. Ci si aiuta anche da sé, mettendo all’asta opere d’arte e vendendo direttamente in piazza i propri prodotti agricoli. Parte proprio questo week-end la spesa salva aziende terremotate. Si inizia da Lombardia ed Emilia Romagna. Poi, via via, in tutta Italia. Insomma, si guarda oltre. Ora si può, la terra sta dando una tregua. Le scosse si sono infatti ridotte in numero ed intensità: otto quelle registrate la scorsa notte, la più forte all’alba, di 2.9. Rimane, certo, la paura. Che si sposta a Ferrara. Se infatti la sismicità dovesse riacutizzarsi, c'é la probabilità che avvenga più ad est e dunque proprio nella zona del ferrarese. E' quanto scrive la Commissione grandi rischi al Dipartimento della Protezione Civile. Ma l’Emilia vuole e deve andare avanti. Ripartire, però, non è semplice. Per il presidente di Confindustria Modena, Pietro Ferrari, sono troppo rigide le norme per le imprese che non hanno subito danni. Nessuno mette in discussione l'obiettivo della massima sicurezza, che è sempre stato e continua a essere una priorità assoluta, ma si denota una rigidità ancora troppo forte e generalizzata. Poi, dicevamo, c’è la solidarietà. Il terremoto, nel suo orrore, ha mostrato la faccia bella dell’Italia. Ma non sono mancati, purtroppo, anche gesti incivili. Hanno un nome: sciacallaggio. Una piaga per i terremotati, costretti ad accamparsi sotto casa per paura dei furti. Oggi l’ennesimo episodio. Due ragazze di 23 e 25 anni hanno approfittato dell'assenza dei vicini di casa, a Carpi, per rubare nel loro appartamento. Questa volta, però, è andata male. Nel fuggire sono cadute dal balcone, procurandosi fratture multiple.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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