Una nuova fase di cooperazione a lungo termine tra Emirati Arabi e Cina. Lo Sceicco Al Maktoum, governatore di Dubai e primo ministro del Paese, ha definito così la visita del presidente cinese Xi Jinping in programma questa settimana. Un incontro storico, primo dal 1989, come ha sottolineato lo stesso Sceicco e che, a giudicare dai preparativi, verrà ricordata come una delle più grandi visite di stato che gli Emirati abbiano mai ospitato. L'obiettivo è di rafforzare le relazioni bilaterali, consolidando la cooperazione commerciale e gli scambi culturali.
Negli Emirati la comunità cinese è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni ed è ora la più numerosa del Medio Oriente: conta oltre 180.000 persone e 4000 attività commerciali. Alla periferia della città, in pieno deserto, introno al Dragon Mart, uno dei maggiori mercati di prodotti cinesi fuori dalla Cina, è nata una piccola China Town e quest'anno le celebrazioni del Capodanno Cinese per la prima volta hanno coinvolto tutta Dubai.
Con la semplificazione dei visti di ingresso, nel 2017 i turisti cinesi sono arrivati ad 1 milione, rispetto ai 600.000 del 2016, mentre gli scambi commerciali hanno registrato il valore di 53 miliardi di dollari, rendendo gli Emirati il secondo partner commerciale della Cina nel mondo.
Punto chiave, ancora una volta il petrolio: Sultan Al Jaber, Ministro di Stato degli Emirati e direttore generale della Adnoc, compagnia petrolifera di Abu Dhabi, ha scritto in un articolo pubblicato dal quotidiano The National che grazie alla crescita dell’economia la Cina ha ora l'obiettivo di assicurare un approvvigionamento energetico a lungo termine. Gli Emirati Arabi - ha aggiunto - sono un partner fidato in questo settore e sono stati stretti accordi quarantennali con la China National Petroleum Corporation.
Un legame antichissimo quello con la Cina, ha voluto sottolineare il Ministro emiratino, a partire dal commercio di porcellane e perle che univa la Cina al mondo arabo nel VII secolo, fino alle esplorazioni della dinastia Ming, che aprirono la via della seta marittima tra Cina, Arabia e Africa.
Insomma, gli affari, per gli Emirati, si stanno spostando sempre più ad Est, seguendo la “nuova via della seta” del presidente Xi, che sta portando la Cina, con un tasso di crescita che sfiora il 7%, a prima.
Negli Emirati la comunità cinese è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni ed è ora la più numerosa del Medio Oriente: conta oltre 180.000 persone e 4000 attività commerciali. Alla periferia della città, in pieno deserto, introno al Dragon Mart, uno dei maggiori mercati di prodotti cinesi fuori dalla Cina, è nata una piccola China Town e quest'anno le celebrazioni del Capodanno Cinese per la prima volta hanno coinvolto tutta Dubai.
Con la semplificazione dei visti di ingresso, nel 2017 i turisti cinesi sono arrivati ad 1 milione, rispetto ai 600.000 del 2016, mentre gli scambi commerciali hanno registrato il valore di 53 miliardi di dollari, rendendo gli Emirati il secondo partner commerciale della Cina nel mondo.
Punto chiave, ancora una volta il petrolio: Sultan Al Jaber, Ministro di Stato degli Emirati e direttore generale della Adnoc, compagnia petrolifera di Abu Dhabi, ha scritto in un articolo pubblicato dal quotidiano The National che grazie alla crescita dell’economia la Cina ha ora l'obiettivo di assicurare un approvvigionamento energetico a lungo termine. Gli Emirati Arabi - ha aggiunto - sono un partner fidato in questo settore e sono stati stretti accordi quarantennali con la China National Petroleum Corporation.
Un legame antichissimo quello con la Cina, ha voluto sottolineare il Ministro emiratino, a partire dal commercio di porcellane e perle che univa la Cina al mondo arabo nel VII secolo, fino alle esplorazioni della dinastia Ming, che aprirono la via della seta marittima tra Cina, Arabia e Africa.
Insomma, gli affari, per gli Emirati, si stanno spostando sempre più ad Est, seguendo la “nuova via della seta” del presidente Xi, che sta portando la Cina, con un tasso di crescita che sfiora il 7%, a prima.
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