Dal Golfo del Messico la chiazza nera arriverà in Florida entro tre giorni, ma ogni minuto è cruciale per mettere cercare di contenere l’ondata di petrolio che si sta riversando in mare. I servizi meteo della Florida seguono il movimento delle acque mentre le autorità locali hanno già posizionato barriere di contenimento per bloccare l’ingresso del greggio sulla costa dove scorre la Pensacola beach cuore dell’attività turistica locale. Un’area già devastata nel 2004 dall’uragano Ivan. La guardia costiera di St. Petersburg si prepara al peggio, ma spera che l’impatto non risulti così grave come prospettato. Entro due giorni una parte del petrolio potrebbe invadere una serie di atolli preferiti da molti uccelli migratori. Isole che fanno parte di un parco nazionale della Louisiana. Intanto Bp ha tamponato la più piccola delle tre falle di petrolio, ma questo non cambia la quantità di greggio immessa nel Golfo del Messico dal pozzo danneggiato. E ora tocca all’operazione cupola, bloccare la fuoriuscita dalla falla principale. Si tratta di un’imponente struttura alta 12 metri e pesante 99 tonnellate. Dovrebbe catturare l’85% del petrolio che sgorga dal pozzo sottomarino. Se il piano fallisce le previsioni sono apocalittiche. In un’audizione a porte chiuse in Congresso un funzionario della BP ha ammesso in questo caso la perdita potrebbe salire dagli attuali 5mila a 60mila barili di greggio al giorno.
Myriam Simoncini
Deepwater Horizon: la marea nera arrivata sulle coste della Louisiana
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