L’avvocato Matteo Mularoni, secondo gli inquirenti, sarebbe il legale dei riciclatori, quelli che portavano i soldi alla Asset Banca di San Marino. Il nome del sammarinese circolava da tempo, ma in un primo momento gli inquirenti non vi avrebbero visto ipotesi di reato. Ora è accusato di favoreggiamento. Il fatto che mi riguarda, spiega l’avvocato Mularoni, non è in alcun modo legato ai rapporto tra Asset e la Banca di Forlì della quale non conoscevo neppure l’esistenza prima che la stampa ne desse notizia. Al sammarinese si contesta di avere commentato, nel corso di una telefonata, le dichiarazioni rilasciate da un dipendente di Asset alla polizia italiana quando venne fermato, il 31 ottobre del 2007, per il possesso di 30mila euro. Respingo totalmente l’accusa, dichiara Mularoni. L’attività da me svolta rientra nelle prerogative professionali di avvocato. Quindi l’accusa di favoreggiamento non è solo infondata nel merito ma incompatibile con lo svolgimento di un mandato difensivo. Ma il legale sammarinese sottolinea anche la gravità dell’accaduto, perché il contenuto delle conversazioni tra avvocato e cliente avrebbe dovuto essere coperto dal massimo riserbo, al punto che lo stesso codice di procedura penale stabilisce che le intercettazioni non possono essere utilizzate né contro l’assistito né, tanto meno, contro il difensore. Inoltre, aggiunge Matteo Mularoni, non ho fornito alcuna informazione difensiva né tanto meno alcuna istruzione dal momento che il dipendente fermato aveva già conferito con le autorità prima del mio intervento. Per giunta, durante la telefonata, ha fatto presente il divieto di raccogliere risparmio in Italia senza le autorizzazioni prescritte. Mularoni si dichiara sereno sulla correttezza del suo comportamento, ma dice di non poter tacere la preoccupazione e l’indignazione per l’accusa che gli viene mossa auspicando una rapida soluzione della vicenda che possa chiarire la sua totale innocenza.
Intanto l’attenzione si concentra su un conto corrente “misterioso” che la Smam, la finanziaria di Asset Banca, avrebbe aperto presso la forlivese Banca di Credito e Risparmio di Romagna. Su questo conto sarebbero convogliati circa 700 assegni di piccolo taglio provenienti da sole 3 regioni: Campania, Calabria e Puglia. I titoli sarebbero stati segnati con delle cifre. Ogni assegno avrebbe varie girate ma la penultima firma sarebbe sempre la stessa. Una notizia che registra la reazione durissima dell’avvocato Alessandro Petrillo, difensore di Stefano Ercolani, Presidente di Asset Banca e di Barbara Tabarrini, direttore generale. "Siamo sconcertati ed indignati – dice Petrillo - dalla sistematica diffusione di notizie che dovrebbero peraltro essere riservate perché coperte dal segreto istruttorio. Questo stillicidio è ancor più deplorevole perché si diffondono informazioni suggestive e maliziose. Contestiamo nella maniera più assoluta - prosegue il legale dei vertici di Asset Banca - ciò che è apparso sui giornali e cioè la insinuante pretesa di ricondurre l’operatività di quel conto corrente a inquietanti scenari malavitosi. In realtà, spiega, quel conto corrente è e rappresenta semplicemente l’espressione assolutamente corretta e conforme alla legge di un rapporto fiduciario. Si tratta cioè di movimentazioni eseguite nel più assoluto rispetto delle norme che regolano il mandato fiduciario, sia in Italia che a San Marino. Diffondere in questo momento sospetti assolutamente ingiustificati rappresenta - accusa Petrillo - un fatto gravissimo non solo per la reputazione degli indagati ma anche per tutto il sistema bancario sammarinese ed in ultima analisi anche per la miglior prosecuzione delle indagini. Siamo persuasi che ogni valutazione ed ogni giudizio in questo momento oltre che gratuito sia anche affrettato. Crediamo – conclude - che chiunque, prima ancora di esprimere valutazioni ed apprezzamenti, farebbe bene ad attendere che la giustizia faccia il suo corso e dunque le indagini siano compiute. Questo sia in un senso che nell’altro".
Intanto l’attenzione si concentra su un conto corrente “misterioso” che la Smam, la finanziaria di Asset Banca, avrebbe aperto presso la forlivese Banca di Credito e Risparmio di Romagna. Su questo conto sarebbero convogliati circa 700 assegni di piccolo taglio provenienti da sole 3 regioni: Campania, Calabria e Puglia. I titoli sarebbero stati segnati con delle cifre. Ogni assegno avrebbe varie girate ma la penultima firma sarebbe sempre la stessa. Una notizia che registra la reazione durissima dell’avvocato Alessandro Petrillo, difensore di Stefano Ercolani, Presidente di Asset Banca e di Barbara Tabarrini, direttore generale. "Siamo sconcertati ed indignati – dice Petrillo - dalla sistematica diffusione di notizie che dovrebbero peraltro essere riservate perché coperte dal segreto istruttorio. Questo stillicidio è ancor più deplorevole perché si diffondono informazioni suggestive e maliziose. Contestiamo nella maniera più assoluta - prosegue il legale dei vertici di Asset Banca - ciò che è apparso sui giornali e cioè la insinuante pretesa di ricondurre l’operatività di quel conto corrente a inquietanti scenari malavitosi. In realtà, spiega, quel conto corrente è e rappresenta semplicemente l’espressione assolutamente corretta e conforme alla legge di un rapporto fiduciario. Si tratta cioè di movimentazioni eseguite nel più assoluto rispetto delle norme che regolano il mandato fiduciario, sia in Italia che a San Marino. Diffondere in questo momento sospetti assolutamente ingiustificati rappresenta - accusa Petrillo - un fatto gravissimo non solo per la reputazione degli indagati ma anche per tutto il sistema bancario sammarinese ed in ultima analisi anche per la miglior prosecuzione delle indagini. Siamo persuasi che ogni valutazione ed ogni giudizio in questo momento oltre che gratuito sia anche affrettato. Crediamo – conclude - che chiunque, prima ancora di esprimere valutazioni ed apprezzamenti, farebbe bene ad attendere che la giustizia faccia il suo corso e dunque le indagini siano compiute. Questo sia in un senso che nell’altro".
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