Latte cinese e derivati non possono entrare all’interno dei confini sammarinesi da anni, ma così come in Italia, il rischio del prodotto cinese contaminato potrebbe esserci in commerci paralleli che finiscono negli scaffali dei market o nel menù dei ristoranti cinesi.
In linea con l’Europa, che ha scelto la linea dura per fronteggiare l’emergenza creata dal latte cinese avvelenato dalla melammina, anche San Marino ha fatto partire i controlli. Mentre in Italia le ispezioni dei carabinieri dei Nas e del servizio igiene pubblica dell’Asl sono ancora in corso, a San Marino il servizio veterinario del Sia, che ha operato insieme alla Polizia Civile, può già comunicare il responso: tutto a posto, non c’è nulla da temere. Anche perché in Repubblica i market cinesi, a differenza della vicina Rimini, non ci sono. E nell’unico ristorante del Titano, controllato un paio di giorni fa, non sono stati trovati prodotti orientali sospetti.
In linea con l’Europa, che ha scelto la linea dura per fronteggiare l’emergenza creata dal latte cinese avvelenato dalla melammina, anche San Marino ha fatto partire i controlli. Mentre in Italia le ispezioni dei carabinieri dei Nas e del servizio igiene pubblica dell’Asl sono ancora in corso, a San Marino il servizio veterinario del Sia, che ha operato insieme alla Polizia Civile, può già comunicare il responso: tutto a posto, non c’è nulla da temere. Anche perché in Repubblica i market cinesi, a differenza della vicina Rimini, non ci sono. E nell’unico ristorante del Titano, controllato un paio di giorni fa, non sono stati trovati prodotti orientali sospetti.
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