Il pregiudizio sulla malattia mentale è difficile da sradicare. Ma i disturbi mentali si possono curare. Per farli guardare con occhi nuovi e per diffondere più informazione, la Segreteria di Stato per la Sanità, in collaborazione con la San Marino RTV, lancia la nuova campagna di comunicazione contro lo stigma e la discriminazione nei confronti delle malattie mentali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che i disturbi mentali siano ai primi posti come carico di sofferenza e di disabilità per la popolazione. A San Marino 1 persona su 4 avrà un problema di salute mentale nel corso della propria vita e poco meno del 10% della popolazione soffre nell’arco di un anno di uno dei disturbi mentali più frequenti e più noti, quali depressione e ansia. Persone malate che vengono lasciate sole perché ritenute, sbagliando, pericolose oppure deboli, persone senza speranza.
Perché tanta difficoltà ad affrontare la malattia mentale? Perché alla diffusione delle conoscenze acquisite si frappongono molte barriere. La prima è lo stigma: il "pazzo” viene automaticamente escluso dalla società, non può farvi parte. Ovunque nel mondo il malato mentale è considerato un individuo di serie B. Inoltre la paura della discriminazione sul lavoro e sull’avanzamento di carriera professionale porta a nascondere la malattia, o a non volerla ammettere. Oggi sappiamo come fattori genetici, biologici e sociali concorrano nello sviluppo delle malattie mentali. Sappiamo come salute fisica e mentale siano due concetti saldamenti legati, e come l’una possa influenzare fortemente l’altra. "Ecco perché, ha sottolineato il direttore generale dell’Iss Alfeo Montesi, questa iniziativa è particolarmente importante, perché esce dalle strutture sanitarie e si confronta con la società".
Perché tanta difficoltà ad affrontare la malattia mentale? Perché alla diffusione delle conoscenze acquisite si frappongono molte barriere. La prima è lo stigma: il "pazzo” viene automaticamente escluso dalla società, non può farvi parte. Ovunque nel mondo il malato mentale è considerato un individuo di serie B. Inoltre la paura della discriminazione sul lavoro e sull’avanzamento di carriera professionale porta a nascondere la malattia, o a non volerla ammettere. Oggi sappiamo come fattori genetici, biologici e sociali concorrano nello sviluppo delle malattie mentali. Sappiamo come salute fisica e mentale siano due concetti saldamenti legati, e come l’una possa influenzare fortemente l’altra. "Ecco perché, ha sottolineato il direttore generale dell’Iss Alfeo Montesi, questa iniziativa è particolarmente importante, perché esce dalle strutture sanitarie e si confronta con la società".
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