“La sfida del terzo millennio consiste nel far sì che la globalizzazione non porti allo scontro, ma all’incontro di civilità”. E’ un auspicio alla pace e al dialogo fra culture il filo conduttore dell’allocuzione del Nunzio Apostolico, Decano del Corpo Diplomatico accreditato in Repubblica, Monsignor Paolo Romeo. Con un riferimento ai recenti fatti di cronaca invoca il rispetto quale primo passo verso la conoscenza reciproca e si richiama alle parole di Benedetto XVI: “per favorire la pace è urgente che le religioni e i loro simboli, le convizioni e le pratiche religiose siano rispettati”. “Non c’è alternativa al dialogo – prosegue Monsignor Romeo –. Il dialogo è proprio di chi ama e ricerca la verità, è l’arma dei forti”. Poi un appello agli operatori dell’informazione, che hanno il compito di gettare i ponti per favorire l’incontro di civiltà, senza manipolare o diffondere notizie scandalistiche e allarmistiche, valorizzando il positivo.
Il Nunzio Apostolico cita due esempi, due “segni di speranza, segni di incontro tra cività”: don Andrea Santoro, il sacerdote italiano ucciso in Turchia, testimonianza dello sforzo di tessere in silenzio rapporti per una società nuova. Poi la visita del 13 marzo scorso della rabbino capo di Roma alla moschea di Monte Antenne: una visita storica, auspicio di pace tra due comunità avvenuta nella capitale del Cristianesimo.
Il Nunzio Apostolico cita due esempi, due “segni di speranza, segni di incontro tra cività”: don Andrea Santoro, il sacerdote italiano ucciso in Turchia, testimonianza dello sforzo di tessere in silenzio rapporti per una società nuova. Poi la visita del 13 marzo scorso della rabbino capo di Roma alla moschea di Monte Antenne: una visita storica, auspicio di pace tra due comunità avvenuta nella capitale del Cristianesimo.
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