In estate, a contatto con la natura, può capitare di esser punti da api, vespe e calabroni, vipere o scorpioni e, al mare, da tracine o meduse. Cosa fare in questi casi? Benedetta de Mattei l’ha chiesto al dott. Marcello Ferruzzi - responsabile del Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milano.
Cosa fare in caso di puntura di vespe, api e calabroni
Dopo una puntura controllare se è rimasto un pungiglione, l’ape (e solo l'ape) perde il pungiglione dopo avere punto. Come prima cosa, se presente, rimuoverlo nel più breve tempo possibile dalla zona colpita aiutandosi con delle pinzette. Disinfettare la parte colpita, con un comune disinfettante locale e infine applicare una crema a base di cortisone o antistaminico. Escludendo le reazioni allergiche in genere per la singola puntura, soprattutto nell’adulto, problemi particolari non ce ne sono. Le punture degli imenotteri (punture vespe, api e calabroni) possono determinare due differenti tipi di reazioni:
- reazioni cutanee localizzate, le più comuni
- reazioni sistemiche, fortunatamente rare, che possono comprendere orticaria, gonfiori sottocutanei, difficoltà respiratoria, vomito e diarrea, fino al quadro più grave, lo shock anafilattico, caratterizzato da un improvviso calo della pressione arteriosa con perdita di coscienza. Tali reazioni possono essere estremamente severe e persino fatali.
Cosa fare in caso di shock anafilattico
Lo shock anafilattico è una manifestazione molto grave che può verificarsi nelle persone allergiche quando entrano in contatto con una sostanza estranea. Tra i sintomi: difficoltà respiratorie, calo improvviso della pressione ed edema sul volto o sul corpo. E' importante l'intervento immediato. Mantenere la calma e chiamare immediatamente il 118. Nell’attesa facilitare la circolazione sanguigna: slacciare i vestiti, tranquillizzate la persona colpita e mettetela in posizione antishock, sdraiata con le gambe più in alto rispetto al corpo. In questi casi l’adrenalina per auto-iniezione è un farmaco salvavita ad azione rapidissima e le persone a rischio dovrebbero sempre averlo con sé. Dopo essere stati istruiti sul suo utilizzo, non bisogna esitare a praticare l'iniezione ai primi sintomi di shock anafilattico. Il farmaco viene fornito gratuitamente ai pazienti che abbiano già presentato reazioni allergiche alla puntura di imenotteri. E’ importante comunque, anche se c’è la sensazione di migliorare, allertare il 118 per ricevere la prima assistenza e le cure del caso che verranno proseguite in pronto soccorso. Per chi ha avuto una reazione sistemica è indispensabile la visita allergologica nei centri specializzati. E’ bene eseguire le prove allergologiche non prima di 3-4 settimane dalla reazione stessa, per evitare false negatività. E’ inoltre importante far sapere ai pazienti che esiste una cura per queste allergie. Si tratta dell’immunoterapia specifica che è in grado dopo qualche mese di far acquisire la tolleranza al veleno, proteggendo in tal modo i pazienti da altre reazioni allergiche da punture degli imenotteri.
Le punture di scorpione
Fortunatamente le specie di scorpioni in Italia, alle nostre latitudini, pur essendo velenose, sono abbastanza inoffensive. Il veleno di questi scorpioni difficilmente provoca conseguenze preoccupanti. Abitualmente il quadro clinico è molto modesto, con un po' di dolore all’inizio e un piccolo arrossamento. Il trattamento generalmente prevede solo di applicare una pomata antistaminica o cortisonica per uso locale.
Il morso di vipera
Il problema può essere in questo caso più rilevante, ma bisogna ricordare che c’è morso e morso. E’ inoltre importante il discorso peso-veleno perché la reazione su un bambino che pesa 10 kg sarà sicuramente diversa rispetto a un adulto che ne pesa 70. Mantenere la calma, immobilizzare la parte colpita e chiedere subito soccorso. Il siero anti-vipera non è più in vendita, e la somministrazione può avvenire esclusivamente nei presidi ospedalieri dove valuteranno la necessità o meno di darlo. L’eventuale somministrazione si effettua in ambiente protetto perché possono esserci delle reazioni avverse importanti.
Tra le cose assolutamente da non fare, quella di agire alla John Wayne: non serve a niente incidere la pelle con un coltello e succhiare il veleno. E' inutile e si rischia di ledere i nervi. Allo stesso modo non vanno applicati né lacci né ghiaccio.
Al mare, tracine e meduse
Le tracine si mimetizzano con il fondale e può capitare di calpestarli, anche in acque poco profonde. Possiedono aculei con il quale iniettano un veleno poco pericoloso ma molto doloroso. Non mettere ghiaccio perché il calore annienta il veleno, dopo aver rimosso eventuali aculei dalla pelle sciacquare con acqua dolce e mettere quanto prima la zona interessata in ammollo in acqua calda per almeno 20-30 minuti. Successivamente disinfettare localmente, applicare una pomata al cortisone e all’occorrenza utilizzare antidolorifici per lenire il dolore. La copertura antitetanica può essere utile per chi non è vaccinato.
La medusa, con i suoi tentacoli urticanti, può causare reazioni cutanee locali in sede di contatto molto dolorose che provocano forte bruciore, tanto da essere considerate delle vere e proprie ustioni. In caso di contatto con la medusa detergere con acqua di mare, rimuovere delicatamente in maniera meccanica i residui sulla zona interessata che contengono le sostanze urticanti, utilizzando sempre acqua di mare e non l’acqua dolce, che attiverebbe le cellule urticanti che non si sono ancora rotte. Per farlo si può utilizzare il dorso di un coltello o una carta di credito con un passaggio, senza insistere. Se disponibile utilizzare del gel a base di cloruro di alluminio, che può essere comprato in farmacia, poichè ha un effetto immediato e riduce dolore e prurito. Successivamente applicare eventualmente creme antistaminiche e cortisoniche. Evitare di prendere sole sulla zona lesa, perché oltre al fastidio possono rimanere delle discromie della cute.
Benedetta de Mattei