I russi si ritirano dall’Isola dei Serpenti e l'esercito ucraino esulta per "la liberazione di un territorio strategico". Giusto rimarcare l'importanza del controllo di quella porzione di terra al largo della Crimea dal nome evocativo, tra le prime conquiste delle forze speciali di Putin, e decisiva per il controllo del porto di Odessa. Diventata simbolo della guerra, vede ora la battaglia spostarsi dal campo sui media. Da una parte la Russia afferma di aver rimosso la propria guarnigione come mossa di buona volontà per consentire l'esportazione del grano. Dall'altra l'Ucraina rivendica di aver cacciato lei il nemico, ringraziando i partner stranieri per le armi fornite. Cocente sconfitta o ritirata strategica? Non è dato sapere. Rimane il fatto, indiscutibile, che l’Isola dei Serpenti non è più nelle mani di Mosca, che perde così il controllo del traffico navale per il trasporto del grano dal Mar Nero in Europa. Quindi, sfida il nemico: “Ora sarà chiaro – dice - che la Russia non interferisce sugli sforzi dell’Onu di organizzare un corridoio umanitario per esportare prodotti agricoli dall'Ucraina. Questa decisione non consentirà più a Kiev di speculare su un'imminente crisi alimentare”.
E all'indomani dell'annuncio di Finlandia e Svezia nella Nato, “nessun problema” - commenta Putin - a patto che non vengano dispiegate truppe in questi paesi. Altrimenti – avverte - la Russia risponderà facendo lo stesso nei territori vicini”. Il leader del Cremlino accusa inoltre l'alleanza atlantica di "ambizioni imperialistiche". “Nato e Stati Uniti – dice - avevano bisogno da tempo di un nemico esterno attorno al quale unire i loro alleati". Emblematiche le parole del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov: Una "cortina di ferro" sta riemergendo fra la Russia e l'Occidente.
Per il Presidente Usa Biden "la Russia è una minaccia diretta e la Cina una sfida sistemica". Un "disastro per il mondo se Putin vince", ha invece dichiarato il premier inglese Johnson. Il conflitto dura ormai da 126 giorni e sono in molti a pensare che non ne vedremo presto la fine. Anzi, per la Casa Bianca potrebbe durare fino al 2023. Con gli 007 americani che lanciano l'allarme: col prolungarsi della guerra possibile che Mosca usi l'atomica.