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Papa Francesco e i bimbi ciechi di Budapest, a cui "Madre Teresa di Ungheria" diede una casa

di Monica Fabbri
29 apr 2023

“La vera fede è quella che parla il linguaggio della carità”. Nel suo secondo giorno a Budapest Papa Francesco si dedica al sociale, mondo che ama e ben conosce. Incontra bambini malati, poveri e rifugiati. “Non basta dare il pane che sfama lo stomaco, c'è bisogno di nutrire il cuore delle persone”, rimarcando il valore profondo della carità, che va oltre la semplice assistenza materiale. Bergoglio ringrazia la chiesa ungherese per aver accolto “con generosità ed entusiasmo” i tanti profughi provenienti dall’Ucraina, e al suo arrivo in Nunziatura riceve il metropolita ortodosso Hilarion, ex responsabile delle Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. "Incontro cordiale durato circa 20 minuti" - riferisce la Sala stampa vaticana. Uno dei momenti più toccanti è la visita all’Istituto cattolico per ciechi, casa che accoglie bambini ipovedenti o con bisogni educativi speciali. Una storia nella storia, che ci riporta alla sua fondatrice, suor Anna Fehér, anche lei ipovedente, definita la "Madre Teresa di Ungheria". Creò la Casa dei bambini ciechi in un appartamento di appena 100 metri quadri, troppo piccolo per accogliere tanti bisognosi. Fu così che nel 1989 arrivò l'attuale sede che oggi ospita 70 minori. Quello di Suor Anna, scomparsa nel 2021, è un racconto di impegno, fede, speranza e amore. Ma anche di coraggio, in mezzo a tante persecuzioni e difficoltà.





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