“Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona”. E’ il principio alla base dell’ordinamento carcerario di San Marino, la norma alla quale, le decisioni del Giudice dell’Esecuzione, devono fare riferimento. Perché il problema – se di problema vogliamo parlare – dei permessi, o della semilibertà non ha nulla a che vedere con il sistema carcerario, ma con l’applicazione della pena. Si è discusso molto – ad esempio - dei presunti permessi concessi a Gianfranco Ercolani. La sua storia è nota, condannato a Cuba per la morte per overdose di una minorenne cubana e tornato infine in Repubblica per terminare di espiare la condanna. Dopo pochi mesi, dunque, ci sarebbero stati i primi permessi: uno – ad esempio – per una visita medica. Possibilità prevista dall’art.21 della legge in materia. “Il permesso – si legge – può essere concesso dal Giudice dell’esecuzione”, il dottor Battaglino in questo caso, “per gravi e accertati motivi”. Una visita medica può integrare questi presupposti; trascorrere le festività con la famiglia forse no. Ma bisogna tenere conto anche dell’articolo che prevede l’individualizzazione del trattamento penitenziario “che deve rispondere – si legge nella normativa – ai particolari bisogni della personalità di ciascun soggetto”. Una sorta di norma in bianco per il Giudice dell’Esecuzione, che dunque può decidere caso per caso. Quanto alla semilibertà concessa all’uomo condannato a 4 anni e 4 mesi per pedofilia, è un’altra possibilità prevista dal codice di procedura penale. Ma il collegio garante potrebbe revocare, nei prossimi giorni, questa concessione.
Giammarco Morosini
Giammarco Morosini
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