Pubblicato il piano di emergenza della protezione civile di San Marino. Da settembre sarà presentato e spiegato alla cittadinanza, castello per castello.
Come si interviene per fronteggiare un evento calamitoso, atteso o imprevisto? Quali le procedure da attuare per limitare i danni o evitarli, soprattutto alle persone?
Sono le domande alla base del neonato piano di emergenza della Protezione civile di San Marino, che analizza ogni possibile evento e le conseguenti azioni per fronteggiarlo. “Siamo operativi da 4 anni, ci stiamo formando – spiega il capo della Protezione civile Fabio Berardi – abbiamo iniziato instaurando ottime relazioni con l'Italia e l'Emilia Romagna in particolare, che ci ha inseriti nelle allerte meteo, ad esempio. Formazione sul campo c'è stata anche nelle zone terremotate del centro Italia. Pensiamo che il piano sia un ottimo punto di partenza”.
Si parte dalla veglia delle condizioni meteo, con radar e sensori sul territorio, fino alle avanscoperte del presidio territoriale che monitora la situazione di frane, erosioni, allagamenti, incendi, neve, per concludere poi con l'unità di crisi se la situazione precipita, con membri di governo, forze dell'ordine e dirigenti che, insieme, decidono e impartiscono le opportune direttive.
Il piano sarà illustrato alla cittadinanza in una serie di serate che, dalla fine dell'estate, saranno organizzate castello per castello. Previste anche le “zone di attesa” in ogni castello della Repubblica dove posizionare i cittadini in caso di evento sismico o altra calamità che richieda il momentaneo allontanamento dalle case.
San Marino, tra l'altro, è catalogato in zona 2 nella parte riservata al rischio sismico, dunque al secondo posto in una scala da 1 a 4, dove la zona 1 è la più pericolosa. Il rischio maggiore, per la Repubblica, può venire dalla fascia costiera romagnolo-marchigiana: da gennaio 2007 ad aprile 2018 si sono contati circa 150 eventi, che non hanno mai superato la soglia di danneggiamento, ossia la magnitudo 4.0.
Il massimo si è registrato nel febbraio 2013, a Faetano, con magnitudo 2.7; altri 5 eventi si sono verificati tra febbraio e marzo scorso.
Francesca Biliotti
Come si interviene per fronteggiare un evento calamitoso, atteso o imprevisto? Quali le procedure da attuare per limitare i danni o evitarli, soprattutto alle persone?
Sono le domande alla base del neonato piano di emergenza della Protezione civile di San Marino, che analizza ogni possibile evento e le conseguenti azioni per fronteggiarlo. “Siamo operativi da 4 anni, ci stiamo formando – spiega il capo della Protezione civile Fabio Berardi – abbiamo iniziato instaurando ottime relazioni con l'Italia e l'Emilia Romagna in particolare, che ci ha inseriti nelle allerte meteo, ad esempio. Formazione sul campo c'è stata anche nelle zone terremotate del centro Italia. Pensiamo che il piano sia un ottimo punto di partenza”.
Si parte dalla veglia delle condizioni meteo, con radar e sensori sul territorio, fino alle avanscoperte del presidio territoriale che monitora la situazione di frane, erosioni, allagamenti, incendi, neve, per concludere poi con l'unità di crisi se la situazione precipita, con membri di governo, forze dell'ordine e dirigenti che, insieme, decidono e impartiscono le opportune direttive.
Il piano sarà illustrato alla cittadinanza in una serie di serate che, dalla fine dell'estate, saranno organizzate castello per castello. Previste anche le “zone di attesa” in ogni castello della Repubblica dove posizionare i cittadini in caso di evento sismico o altra calamità che richieda il momentaneo allontanamento dalle case.
San Marino, tra l'altro, è catalogato in zona 2 nella parte riservata al rischio sismico, dunque al secondo posto in una scala da 1 a 4, dove la zona 1 è la più pericolosa. Il rischio maggiore, per la Repubblica, può venire dalla fascia costiera romagnolo-marchigiana: da gennaio 2007 ad aprile 2018 si sono contati circa 150 eventi, che non hanno mai superato la soglia di danneggiamento, ossia la magnitudo 4.0.
Il massimo si è registrato nel febbraio 2013, a Faetano, con magnitudo 2.7; altri 5 eventi si sono verificati tra febbraio e marzo scorso.
Francesca Biliotti
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