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Psoriasi, riconoscere i primi segnali può cambiare la prognosi

14 nov 2020
Psoriasi, riconoscere i primi segnali può cambiare la prognosi

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica, che colpisce tutte le età, caratterizzata da eritema e desquamazione. In Italia ne soffrono 2, 5 milioni di persone e l’emergenza sanitaria di questi mesi ha reso in alcuni casi ancora più difficile la gestione della malattia a causa della sospensione dei ricoveri e delle attività ambulatoriali.

Benedetta de Mattei ha incontrato Gabriella Fabbrocini – Direttore U.O.C Dermatologia Clinica e Professore Ordinario di Malattie cutanee e veneree presso l’Università Federico II di Napoli – per capire cos’è la psoriasi e quali sono i campanelli d’allarme a cui fare attenzione per intercettarla tempestivamente.

Cos’è la malattia psoriasica e quanto è diffusa?

La psoriasi è una patologia infiammatoria cronica della pelle, ad andamento cronico recidivante e non trasmissibile, che colpisce la pelle e/o le unghie e le articolazioni. Si associa frequentemente a patologie sistemiche concomitanti come obesità, artrite psoriasica, diabete e alcune malattie intestinali. Colpisce dal 2% al 3% della popolazione mondiale nei paesi industrializzati, di cui il 75% sono forme lievi-moderate e la restante parte forme severe che necessitano di terapie sistemiche. 

Perché è così importante riconoscerla tempestivamente?

Il riconoscimento precoce della malattia e il corretto inquadramento terapeutico consente di ridurre la progressione della sintomatologia e di ridurne le comorbidità. Spesso una psoriasi resistente ai comuni trattamenti nasconde una sindrome metabolica o una psoriasi artropatica che se trattata tempestivamente può dare una significativa remissione della sintomatologia

Come si manifesta e a che età?

La psoriasi si manifesta con chiazze e placche eritemato-desquamative spesso associate a sintomatologia pruriginosa o vero e proprio dolore, soprattutto quando colpisce zone critiche come le zone genitali o le regioni palmo-plantari. Frequente è anche l’interessamento delle unghie, che appaiono ispessite, solcate e irregolari in superficie per la presenza di depressioni puntiformi (il cosiddetto pitting). L’interessamento ungueale è un indicatore di più probabile coinvolgimento articolare, dato lo stretto legame anatomico esistente tra matrice ungueale e articolazioni. I sintomi della psoriasi possono variare da persona a persona ma segni comuni possono essere: macchie rosse, placche argentate e squamose, pelle secca che tende a rompersi e a sanguinare, prurito, dolore, bruciore alla pelle. Riguardo all’età di insorgenza si riscontrano due picchi: il primo tra i 20 e i 30 anni di età, il secondo tra i 50 e i 60, ma in realtà la psoriasi può insorgere a qualunque età.

Quali sono le cause?

La psoriasi è una patologia autoimmune in cui, per motivi non del tutto compresi, alcune cellule del nostro sistema immunitario riconoscono degli antigeni e innescano una serie di eventi che si traducono in una forte infiammazione cutanea. Quest’ultima si autoalimenta innescando un circolo vizioso, spesso difficile da interrompere con rilascio di citochine infiammatorie che sono causa della sintomatologia cutanea.
Sono possibili dei peggioramenti nei mesi invernali e in seguito a stress psicologici, mentre nei mesi estivi, con l’esposizione al sole, sono frequenti miglioramenti consistenti. Tra i fattori esterni, oltre a quelli climatici, che possono incidere negativamente sulla sintomatologia ci sono il fumo di sigaretta, l’assunzione di alcol, alcuni farmaci e certi agenti infettivi.

Ci sono più forme di psoriasi?

Sì, esistono molte forme di psoriasi e vengono differenziate sia per estensione che per modalità di presentazione clinica. Relativamente alla gravità, parliamo di psoriasi moderata-grave quando interessa più del 10% della superficie corporea o dal 3% al 10%, ma con localizzazioni importanti (viso, genitali, mani) che impattano sulla qualità di vita del paziente e richiede spesso terapie sistemiche. La forma lieve-moderata, invece, interessa meno del 10% della superficie corporea ed è controllata con successo dalla terapia locale. Relativamente alle modalità di presentazione clinica, la psoriasi a placche è la variante più comune, mentre le forme eritrodermiche o pustolose sono meno frequenti, ma più gravi potendosi associare a sintomi sistemici ed eventuali complicanze. Talvolta esistono forme localizzate alle mani e ai piedi che pur non essendo tanto estese possono essere molto invalidanti oppure forme localizzate al cuoio capelluto con il tipico orletto psoriasico, spesso resistenti alle comuni terapie.

Esiste anche la psoriasi infantile

In età pediatrica l’insorgenza della psoriasi è minore di quella che si osserva nella popolazione adulta. La Prevalenza tra 0 e 18 anni è dello 0.71%.


L’esordio è più precoce nel sesso femminile (con picco tra i 5 ed i 9 anni) rispetto a quello maschile (picco tra 15 e 18 anni), probabilmente per fattori ormonali. Tra le sedi più frequentemente colpite in età pediatrica ci sono il cuoio capelluto e il viso, quest’ultimo raramente interessato nella popolazione adulta.

Diagnosi e cura

La diagnosi della psoriasi è essenzialmente clinica. Le procedure diagnostiche che vengono utilizzate in questi pazienti sono generalmente finalizzate all’individuazione di eventuali patologie associate alla psoriasi come per esempio l’artrite psoriasica. La cura varia a seconda della forma clinica e dell’estensione sulla superficie cutanea. Generalmente la psoriasi lieve-moderata viene curata con trattamenti topici, cioè da applicare direttamente sulla pelle a base di riduttori tra cui gli steroidi a media potenza. Anche le formulazioni possono influenzare l’efficacia terapeutica oggi esistono difatti mousse termosensibili facili da spalmare che riescono a dare guarigioni a lungo termine. Le forme moderate gravi, invece, richiedono terapie sistemiche. Attualmente, accanto ai farmaci tradizionalmente utilizzati in passato quali i retinoidi la ciclosporina e la fototerapia, l’armamentario terapeutico si è enormemente arricchito grazie all’avvento dei farmaci biologici, speciali anticorpi in grado di legare con elevata affinità dei bersagli specifici coinvolti nell’infiammazione cutanea responsabile della psoriasi. Attualmente esistono ben 11 tipi di farmaci biotecnologici che nel tempo sono diventati sempre più selettivi e sempre più sicuri. Questi farmaci hanno cambiato drasticamente la storia di questa malattia e riescono ad ottenere la risoluzione totale della patologia con un miglioramento ottimale della qualità della vita. 

Quanto incide questa malattia sull’aspetto psicologico?

Enormemente. Numerosi studi hanno dimostrato come l’impatto di questa patologia sulla qualità di vita sia superiore a quello di alcune patologie oggettivamente più gravi come l’infarto del miocardio o il diabete. Questo è legato principalmente alla “visibilità” delle manifestazioni tipiche della malattia psoriasica, che inevitabilmente compromettono la quotidianità dei pazienti affetti sia nella sfera lavorativa che in quella relazionale e sessuale. Si stima da un recente studio italiano che circa il 40% dei pazienti affetti da psoriasi crede di essere stata penalizzata nella propria attività lavorativa e nel 60 % dei casi ha difficoltà a relazionarsi con il partner. Il paziente si sente minato nel suo biglietto da visita e lo stato di disagio peggiora la sintomatologia cutanea. Insomma un loop in cui malattia genera malattia ecco perché la possibilità di avere oggi nuovi farmaci che consentono di ottenere la remissione totale della sintomatologia e recuperare un buon rapporto con se stessi e con gli altri.

Benedetta de Mattei





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