Con l’arresto nella mattinata di Orazio Russo si è conclusa, dopo un anno, l’operazione che ha assicurato alla giustizia una banda di 12 pregiudicati, colpevoli di aver messo a segno almeno 8 colpi in banche di Treviso, Padova, Bologna, Lucca, Pisa, Rimini, Forlì, Pesaro. L’operazione è stata condotta dalla squadra mobile di Rimini, in collaborazione con quella di Catania, città d’origine di 11 dei 12 malviventi. Orazio Russo era, insieme a Pietro Rosano e Mario Strano, la mente del gruppo, gli altri gli esecutori materiali con il compito di reclutare, proprio a Catania, i “picciriddi” che avrebbero poi dovuto mettere a segno i colpi e che giungevano a destinazione spostandosi soprattutto in aereo o in treno, qualche volta in macchina. Una banda di professionisti con tanto di covo, a San Mauro Mare, e protetti da un’attività di copertura: Russo e Rosano, sono titolari, a Rimini, dove sono domiciliati, di una ditta di autotrasporti, utilizzati in alcune occasioni per dileguarsi dopo le rapine. In alcuni casi si sono introdotti in banca di notte dopo avere praticato un buco nel muro, passando anche per i condotti dell’aria condizionata, per poi obbligare il primo impiegato della mattina a consegnare il denaro. In un caso, il malcapitato è stato addirittura imbavagliato e legato mani e piedi. Altre rapine sono state condotte durante l’orario di apertura, minacciando i presenti con cutter e armi da fuoco, in alcuni casi giocattolo. I 12 malviventi, due dei quali risultano affiliati al clan mafioso catanese dei Santa Paola, si trovano ora tutti le sbarre. Tra le accuse l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco. Alcuni di loro erano già stati arrestati qualche tempo fa, perché presi in flagranza di reato durante un colpo in banca a Forlimpopoli il 19 luglio.
Riproduzione riservata ©