La ragione è legata alla necessità di avere titoli equipollenti, nel caso di trasferimento di alunni da una scuola in territorio a fuori. Ma il discorso si pone solo per la scuola dell’obbligo, che valuta i ragazzi con giudizi sintetici.
Il problema è stato sollevato dal segretario Michelotti nel corso di una riunione di governo ma si è deciso di attendere che il decreto italiano diventi legge per procedere all’adeguamento. In pratica ad anno già cominciato le cose restano invariate per elementari e medie inferiori. Ogni scolaro troverà in pagella i giudizi sintetici: buono, sufficiente, distinto; nel frattempo l’argomento sarà approfondito con gli insegnanti per giungere preparati al prossimo anno scolastico, dove potrebbero tornare i 5, 6 o 7. Nessun cambiamento per le superiori, così come in Italia, che già utilizzano i decimi per la valutazione. “Per ora sarà necessario un provvedimento semplice – dice il segretario alla pubblica istruzione – che consenta attraverso delle tabelle comparative di mettere in relazione voti e giudizi”. Nessun cambiamento per il voto in condotta. Da noi non ha mai avuto il solo valore simbolico – “è stato applicato in diversi casi” ricorda la Michelotti – causando la bocciatura dello scolaro. Conferma poi che non ci saranno passi indietro sul tempo pieno. “Se in Italia tendono a eliminarlo da noi è stata una conquista che volgiamo mantenere”.
Il problema è stato sollevato dal segretario Michelotti nel corso di una riunione di governo ma si è deciso di attendere che il decreto italiano diventi legge per procedere all’adeguamento. In pratica ad anno già cominciato le cose restano invariate per elementari e medie inferiori. Ogni scolaro troverà in pagella i giudizi sintetici: buono, sufficiente, distinto; nel frattempo l’argomento sarà approfondito con gli insegnanti per giungere preparati al prossimo anno scolastico, dove potrebbero tornare i 5, 6 o 7. Nessun cambiamento per le superiori, così come in Italia, che già utilizzano i decimi per la valutazione. “Per ora sarà necessario un provvedimento semplice – dice il segretario alla pubblica istruzione – che consenta attraverso delle tabelle comparative di mettere in relazione voti e giudizi”. Nessun cambiamento per il voto in condotta. Da noi non ha mai avuto il solo valore simbolico – “è stato applicato in diversi casi” ricorda la Michelotti – causando la bocciatura dello scolaro. Conferma poi che non ci saranno passi indietro sul tempo pieno. “Se in Italia tendono a eliminarlo da noi è stata una conquista che volgiamo mantenere”.
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