Per la prima volta sono i cinesi al centro di un’estesa associazione per delinquere dedita al traffico di droga, assieme a magrebini domiciliati in Italia e in Spagna. Nel 2008 era iniziata come una semplice indagine su un piccolo gruppo di spacciatori, poi si è allargata a dismisura fino a lambire il Marocco e la Spagna, passando per Milano, Lodi, Modena, Prato, Roma. Ai cinesi, stabilmente impiantati con le loro attività economico commerciali, spettava il compito di ripulire il denaro sporco. La Guardia di Finanza ha sequestrato beni mobili e immobili per 6 milioni di euro, un appartamento in centro a Roma, una villa a Guidonia, capannoni a Fiumicino. Tra gli imprenditori cinesi, uno in particolare, il più facoltoso, era stato fermato proprio all’aeroporto romano con un milione e 260mila euro, mentre dichiarava al massimo 40mila euro all’anno di redditi. Aveva intestato società alla moglie e appartamenti al cognato.
Spiccati mandati d’arresto anche in Europa: 27 le ordinanze di custodia cautelare in carcere, 67 deferiti all’autorità giudiziaria, una tonnellata di hashish e 2 chili di cocaina sequestrati. Preoccupa la comparsa dei cinesi ma confortano i risultati della collaborazione tra Questura e Finanza.
Nel servizio interviste al colonnello Mario Venceslai, comandante provinciale Finanza di Rimini e Oreste Capocasa Questore di Rimini.
Francesca Biliotti
Spiccati mandati d’arresto anche in Europa: 27 le ordinanze di custodia cautelare in carcere, 67 deferiti all’autorità giudiziaria, una tonnellata di hashish e 2 chili di cocaina sequestrati. Preoccupa la comparsa dei cinesi ma confortano i risultati della collaborazione tra Questura e Finanza.
Nel servizio interviste al colonnello Mario Venceslai, comandante provinciale Finanza di Rimini e Oreste Capocasa Questore di Rimini.
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