Il presidente Usa Barack Obama e il premier inglese David Cameron preoccupati per la Siria. Per il decimo giorno consecutivo, la roccaforte dell'opposizione di Homs è stata sottoposta a un intenso bombardamento che ha causato almeno sei morti. La situazione continua quindi ad aggravarsi all'indomani della denuncia dell'Alto Commissario Onu per i diritti Umani, contro l'inerzia del mondo che ha fin qui "incoraggiato" il governo di Damasco nella repressione delle proteste. La diplomazia arranca. Cina e Russia hanno posto il veto sulla risoluzione che chiedeva un passo indietro del presidente Assad. Adesso il rischio e' quello di una guerra civile che tutti vogliono evitare. Pechino ha ribadito la linea della non-ingerenza sostenendo che la spirale di violenze che sta scuotendo il Paese sia "essenzialmente un affare interno della Siria"; ma rispondendo alle accuse dell'Onu, il premier Wen Jiabao ha assicurato che "la Cina non proteggerà nessuna delle parti in causa, compreso il governo siriano".
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