“Ci vorranno giorni per capire davvero cosa è successo e come è successo”, ha affermato un funzionario della Casa Bianca. Quel che è certo è che questa volta il pericolo è stato reale. I 278 passeggeri dell’Airbus A330 della Delta Airlines - in fase di atterraggio a Detroit - hanno sentito un botto e hanno visto il fumo e le fiamme sprigionarsi dal posto 18 B, dove sedeva Abdul Farouk Abdulmutallab: un nigeriano di 23 anni. I testimoni hanno raccontato di urla di paura, della reazione degli assistenti di volo che portavano subito acqua per spegnere il piccolo incendio e del contrattacco di un passeggero, e poi di altri, che hanno immobilizzato il terrorista. L’attentatore, che è poi stato ricoverato in ospedale per forti ustioni in molte parti del corpo, è riuscito a far detonare un meccanismo esplosivo - che aveva allacciato ai polpacci - quando i piloti avevano già aperto il carrello di atterraggio. Per fortuna, dicono le prime indagini, il meccanismo si è inceppato, evitando la tragedia. L’aereo è poi atterrato senza problemi, due passeggeri sono rimasti lievemente feriti. Il giovane nigeriano, subito dopo l’azione, ha detto di essere stato incaricato della missione da Al Qaeda, ma gli inquirenti esprimono prudenza; molto dipenderà dalla confessione del terrorista. Immediata la reazione del presidente Obama che – in vacanza alle Hawaii – ha dato istruzioni per potenziare la sicurezza aerea. Tutto ciò inevitabilmente comporterà dei forti rallentamenti nello spostamento di passeggeri verso gli Stati Uniti; a rendere ancora più complicata la situazione l’elevatissimo numero di turisti in arrivo per il Capodanno. Da San Marino sarebbero decine, soprattutto con destinazione New York e Miami; per non parlare dei membri delle comunità Americane in visita ai propri parenti sul Titano.
Gianmarco Morosini
Un vertice di sicurezza per definire nuove misure antiterrorismo
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