Era l'11 agosto del 1988; i sovietici si apprestavano a lasciare l'Afghanistan, sconfitti dai mujaheddin afghani e da quelli “arabi”: le milizie messe in campo da Riad e sostenute da Washington. Una sorta di patto con il diavolo, per infliggere a Mosca un disastroso rovescio. Quel giorno d'agosto, tuttavia, a Peshawar, Osama bin Laden e Ayman al Zawahiri gettavano le fondamenta di al Qaida, “la Base”. Il resto sono alcune tra le pagine più orrende della storia recente: dai sanguinosi attentati alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania, allo choc mondiale dell'11 Settembre, fino alle raffiche di ak47 nella redazione di Charlie Hebdo. Per anni, questo “brand” del terrorismo islamista, ha fatto proseliti in tutto il Mondo, fino all'ascesa dell'ISIS. Ma dopo l'ingresso della Russia, nel conflitto siriano, le truppe del Califfato hanno subito pesanti sconfitte, e migliaia di combattenti sono rimasti senza leadership e catena di comando. Un'opportunità che “la Base” non si è lasciata sfuggire, grazie anche all'irruzione, sulla scena, di Hamza bin Laden, figlio di Osama e “delfino” predestinato. Attualmente, in Siria, è proprio al Qaeda - tramite la propria costola Tahrir al-Sham – a guidare il fronte contro Damasco. Sono loro che – secondo vari analisti – controllano l'ultima roccaforte ribelle di Idlib. Ma il conto alla rovescia sembra iniziato. E il preludio – di quella che probabilmente sarà l'ultima grande battaglia sul suolo siriano - sono i bombardamenti aerei dei governativi, contro alcuni capisaldi islamisti. Importante, a questo punto, sarà l'atteggiamento della Turchia, che, in questi mesi, ha sostanzialmente congelato questa zona di operazioni, dove sono confluiti tutti i jihadisti che fino ad ora non hanno accettato la resa. Ma la posizione di Erdogan, in questi giorni è estremamente fragile, dopo la decisione di Trump di raddoppiare i dazi su acciaio e alluminio, a seguito della crisi della lira turca. Una situazione che sta mettendo sotto pressione le Borse di tutto il Mondo, e che potrebbe portare a grandi sommovimenti geopolitici: “se gli Stati Uniti non invertono la tendenza – ha ammonito infatti il Presidente turco - saremo costretti a iniziare a cercare nuovi amici ed alleati”.
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