Portate a Kabul le salme degli otto medici stranieri (sei americani, un britannico e un tedesco) di una organizzazione non governativa cristiana, barbaramente trucidati ieri dai talebani. Gli otto volontari viaggiavano a bordo di un fuoristrada quando – giunti in una provincia a forte influenza talebana – sono stati fermati da un gruppo di uomini che li ha fatti scendere dal mezzo e uccisi uno dopo l’altro dopo averli messi in fila. Un assassinio che ha destato dolore e raccapriccio. “Un altro terribile episodio di martirio” lo definisce il Vescovo Luigi Negri, ricordando che a provocare l’eccidio è stato l’essere cristiani e possedere bibbie in una delle lingue parlate in Afghanistan. Chiediamo – scrive Monsignor Negri - che meditino su questo evento quei cristiani che sono innanzitutto preoccupati di salvaguardare i diritti degli islamici in Occidente e vergognosamente dimenticano di difendere e promuovere i diritti e la libertà della chiesa nei paesi dominati dall’Islam. E mentre la commissione indipendente afghana per i diritti umani ha reso noto che sono 1.325 le vittime civili uccise dall’inizio dell’anno, anche oggi il paese ha vissuto un’altra giornata di violenza. Quattro agenti – tra cui una donna – sono morti in un attentato suicida compiuto con un’autobomba lanciata contro un convoglio della polizia.
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