Al centro del processo l’attività della Novatec, società di telefonia e prodotti di elettronica amministrata, sulla carta, da Alessandro Burgagni ma principalmente curata dal padre, Giuseppe. Con operazioni di false fatturazioni ad operatori italiani erano riusciti ad intascarsi oltre un milione di euro, come ha riferito l’ufficio tributario che risulta creditore. Giuseppe Burgagni è stato condannato a 2 anni e 10 mesi, più 1 anno per false dichiarazioni a pubblico ufficiale, due anni e due mesi al figlio Alessandro, più 7 mesi per false dichiarazioni, due anni e 1 mese ad Anela Graceva, che lavorava come segretaria, più 7 mesi per le false dichiarazioni.
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