Giornata storica quella di oggi per la protezione dell’ambiente: il protocollo di Kyoto è entrato ufficialmente in vigore alle 6 ora italiana. L’evento è stato annunciato nella città giapponese di Kyoto dove il Protocollo, creato per proteggere l’ambiente e l’uomo, è stato adottato l’11 dicembre 1997. Trattato che tra il 2008 e il 2012 dovrà portare alla riduzione delle emissioni dei gas serra nel mondo. Emissioni responsabili del surriscaldamento dell’atmosfera con effetti negativi a catena sull’ambiente e sul clima in particolare, e che hanno raggiunto livelli giudicati insostenibili per la salute umana e per quella dell’ambiente.
L’accordo di Kyoto si è dato obiettivi impegnativi. Ogni singolo stato dovrà ridurre, in proporzione, il totale delle emissioni inquinanti prodotte nel proprio territorio in riferimento alle emissioni prodotte nel 1990. Prenderà così avvio a livello mondiale un enorme e costoso processo di riconversione delle tecnologie industriali che dovrà essere completato entro il 2012.
Questa sera la cerimonia ufficiale per celebrare la firma dei 141 Paesi che hanno ratificato il Protocollo. Un’agenda ricca di appuntamenti tra conferenze e interventi. Sensibilizzazione politica diretta soprattutto ai Paesi che hanno rifiutato di aderire al trattato e che per ragioni industriali e di sviluppo economico producono enormi quantità di sostanze tossiche e inquinanti. Tra questi Stati Uniti, Cina, India e Australia.
L’accordo di Kyoto si è dato obiettivi impegnativi. Ogni singolo stato dovrà ridurre, in proporzione, il totale delle emissioni inquinanti prodotte nel proprio territorio in riferimento alle emissioni prodotte nel 1990. Prenderà così avvio a livello mondiale un enorme e costoso processo di riconversione delle tecnologie industriali che dovrà essere completato entro il 2012.
Questa sera la cerimonia ufficiale per celebrare la firma dei 141 Paesi che hanno ratificato il Protocollo. Un’agenda ricca di appuntamenti tra conferenze e interventi. Sensibilizzazione politica diretta soprattutto ai Paesi che hanno rifiutato di aderire al trattato e che per ragioni industriali e di sviluppo economico producono enormi quantità di sostanze tossiche e inquinanti. Tra questi Stati Uniti, Cina, India e Australia.
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