Intervenire in modo significativo sul contrasto alla violenza sulle donne, il cui trend costante- 30 casi segnalati all'anno- preoccupa l'Authority. La stipula con l'Associazione riminese Rompi il Silenzio, che dal 2005 a Rimini riesce a garantire risposte a vittime di violenza o prevaricazione, è l'intervento più recente per fare si che il decreto approvato a maggio completi il quadro normativo sammarinese per dare attuazione alla Convenzione di Istanbul.
E che da subito risolve il limite che aveva la struttura con cui era convenzionata precedentemente, e che di fatto garantiva la presa in protezione solo per le madri. “E' alla donna che si riferisce la violenza” ricorda Paola Gualano, presidente dell'associazione Rompi il Silenzio, che fa della qualifica dei volontari e degli indirizzi segreti degli alloggi i punti di forza della realtà romagnola. In Italia Rompi il silenzio ha una convenzione con l'Asl, per quanto gli accessi possano essere sia diretti, donne cioè che si rivolgono al centro spontaneamente, che conseguenza di segnalazioni di forze dell'ordine. La messa in protezione non è vincolata alla denuncia, che pure è fondamentale per una veloce raccolta di prove in vista di un processo giusto. Diversa la situazione a San Marino: qui l'associazione, che si rapporterà esclusivamente con i servizi cui spetta la prima valutazione sul posto, verrà coinvolta solo dopo la denuncia della donna. “Un problema da superare- taglia corto l'Authority- perché il più delle volte è la vergogna – in una realtà piccola come San Marino. che blocca una vittima”
E che da subito risolve il limite che aveva la struttura con cui era convenzionata precedentemente, e che di fatto garantiva la presa in protezione solo per le madri. “E' alla donna che si riferisce la violenza” ricorda Paola Gualano, presidente dell'associazione Rompi il Silenzio, che fa della qualifica dei volontari e degli indirizzi segreti degli alloggi i punti di forza della realtà romagnola. In Italia Rompi il silenzio ha una convenzione con l'Asl, per quanto gli accessi possano essere sia diretti, donne cioè che si rivolgono al centro spontaneamente, che conseguenza di segnalazioni di forze dell'ordine. La messa in protezione non è vincolata alla denuncia, che pure è fondamentale per una veloce raccolta di prove in vista di un processo giusto. Diversa la situazione a San Marino: qui l'associazione, che si rapporterà esclusivamente con i servizi cui spetta la prima valutazione sul posto, verrà coinvolta solo dopo la denuncia della donna. “Un problema da superare- taglia corto l'Authority- perché il più delle volte è la vergogna – in una realtà piccola come San Marino. che blocca una vittima”
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