Il nome del Titano spunta nelle indagini sul rapimento di Tommaso Onofri il 10 marzo scorso: si parla di somme di denaro dirette a San Marino, del reato di riciclaggio e di un coinvolgimento non penalmente rilevante del padre, Paolo Onofri. Dopo un mese di silenzio si torna a parlare del Titano lo scorso 10 aprile: Pasquale Barbera, il capomastro indagato per favoreggiamento nell’omicidio di Tommy ritratta la deposizione resa. L’affare da 70 milioni di euro da trasferire su conti correnti di una banca tedesca a San Marino sarebbe una invenzione. Poi ieri Barbera tratta nuovamente: insieme alla pista del riciclaggio rispuntano la banca tedesca e San Marino. Così l’agenzia Ansa parla di un affare orchestrato da un gruppo di slavi, che avrebbero contattato Barbera e Alessi, per riciclare la somma nella “banca tedesca di San Marino”. Versione ripresa dal quotidiano “il Messaggero” che oggi parla genericamente del coinvolgimento di una banca di San Marino”.
Ma se si aprono le cronache della “Stampa” si legge semplicemente di “loschi traffici in Germania”. Sul Titano intanto proseguono le indagini da parte della Banca Centrale: “Stiamo effettuando un’accurata ricerca su banche e società finanziarie – dichiarava solo 3 giorni fa il direttore Luca Papi -, ma non abbiamo riscontrato nulla di anomalo”. Ad oggi, nessuna rogatoria internazionale avrebbe raggiunto gli uffici del tribunale. Ed è il segretario di stato per le Finanze Pier Marino Mularoni ad aggiungere: “Non esistono banche tedesche a San Marino”.
Ad un esito analogo sono giunte le verifiche attivate dalle forze dell’ordine: “Ci siamo mossi già da una ventina di giorni – dichiara il Comandante della Gendarmeria, Achille Zechini – quando ancora non si sapeva che il piccolo fosse stato assassinato. Le ispezioni su banche e finanziarie sono partite in coordinamento con il Tribunale – dice - per evitare di essere di intralcio o sovrapporci nelle rispettive attività. Indagini condotte nel totale rispetto della legge sammarinese – precisa e spiega -: non è sempre possibile conoscere le proprietà di istituti che hanno partecipazioni azionarie frazionate, ma per quanto abbiamo potuto constatare non esistono banche o filiali di banche tedesche sul Titano. Indagini ad esito negativo anche rispetto alle società finanziarie”.
Ma se si aprono le cronache della “Stampa” si legge semplicemente di “loschi traffici in Germania”. Sul Titano intanto proseguono le indagini da parte della Banca Centrale: “Stiamo effettuando un’accurata ricerca su banche e società finanziarie – dichiarava solo 3 giorni fa il direttore Luca Papi -, ma non abbiamo riscontrato nulla di anomalo”. Ad oggi, nessuna rogatoria internazionale avrebbe raggiunto gli uffici del tribunale. Ed è il segretario di stato per le Finanze Pier Marino Mularoni ad aggiungere: “Non esistono banche tedesche a San Marino”.
Ad un esito analogo sono giunte le verifiche attivate dalle forze dell’ordine: “Ci siamo mossi già da una ventina di giorni – dichiara il Comandante della Gendarmeria, Achille Zechini – quando ancora non si sapeva che il piccolo fosse stato assassinato. Le ispezioni su banche e finanziarie sono partite in coordinamento con il Tribunale – dice - per evitare di essere di intralcio o sovrapporci nelle rispettive attività. Indagini condotte nel totale rispetto della legge sammarinese – precisa e spiega -: non è sempre possibile conoscere le proprietà di istituti che hanno partecipazioni azionarie frazionate, ma per quanto abbiamo potuto constatare non esistono banche o filiali di banche tedesche sul Titano. Indagini ad esito negativo anche rispetto alle società finanziarie”.
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