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Cittadinanza Attiva, considerazioni sul Polo del Lusso

6 ago 2015
Cittadinanza attiva
Cittadinanza attiva
Nella serata di mercoledì scorso Cittadinanza Attiva ha votato “no” alla Convenzione e alla Variante di PRG per il Polo del Lusso. Premesso che, pur non avendo potuto prendere visione analiticamente del piano industriale, abbiamo sempre espresso un positivo interesse per un’iniziativa di questa portata che, specialmente agli inizi, era stata annunciata come portatrice di ben 600 posti di lavoro. Poi la cifra è stata ridimensionata disinvoltamente prima a 400, poi a 200. Cifre, ci mancherebbe, da tenere in considerazione, ma che tuttavia non sono garantite dal testo della convenzione. Saltano, infatti, completamente i vincoli occupazionali previsti per l’erogazione degli incentivi fiscali e il credito agevolato. Non è garantito alcun numero minimo di sammarinesi da assumere, mentre la controparte si riserva la facoltà di assumere personale specializzato o di sua fiducia anche non sammarinese. Quello dell’occupazione dovrebbe essere il primo dei tre obiettivi pubblici, assieme alla ricaduta economica dell’investimento per la realizzazione degli immobili sul comparto edilizio, e ovviamente le nuove entrate tributarie. Come per l’occupazione, anche per la ricaduta economica dell’investimento immobiliare sono molto deboli le clausole che avvantaggiano gli operatori sammarinesi dell’edilizia. Rimangono più che aperti i dubbi sul fatto che i soliti padroni del territorio si possano appropriare dell’appalto, lasciando le briciole al resto del comparto. Sulle entrate tributarie il discorso è molto semplice. Lo Stato ha rinunciato a suon di deroghe, e per almeno una decina di anni, a percepire imposte dirette. Resta la monofase sulla merce in vendita dopo che il polo avrà aperto i battenti. Quanto costerà tutto questo alla collettività? Secondo le previsioni più ottimistiche, attraverso la forma del credito agevolato, almeno due o tre milioni di euro per i primi due anni. La parte più consistente è formata dalle mancate entrate tributarie, fra cui quelle che andranno a copertura della realizzazione di strade e svincoli di accesso. Ma il vero grande sacrificio che la collettività si accolla per favorire questo progetto è la perdita di 50.000mq di terreno destinato a parco, utile polmone verde da bonificare per rendere più vivibile un distretto territoriale già abbastanza degradato. A detta degli investitori, non c’erano alternative. Infatti, i proprietari dei grandi complessi immobiliari, da riqualificare e spesso di pessima qualità e su quali sarebbe possibile sviluppare nuove attività industriali e commerciali, richiedono ancora oggi prezzi esorbitanti nonostante la crisi del mercato. Quasi tutto l’arco parlamentare, a parte pochi visionari che auspicano ancora oggi uno sviluppo economico trainato dall’edilizia, ha riconosciuto che lo sviluppo economico della Repubblica è ostaggio dei soliti noti padroni del territorio. E’ evidente che possono permettersi di tenere vuoti i loro immobili perché non gli costa nulla. Se invece fossero tenuti a pagarci una forte tassazione, sarebbero spinti ad abbassare le pretese e vendere o affittare a più miti condizioni. Che il Governo abbia affrontato in maniera poco efficace la negoziazione della Convenzione è un fatto. Altro fatto è il misero prelievo effettuato sul “miracoloso” guadagno ottenuto dai proprietari delle aree su cui sorgerà il Polo. Il valore di quei terreni è lievitato, infatti, di oltre il 400%, e quei milioni di Euro in più ottenuti dai miracolati proprietari dei terreni, grazie a un voto del Consiglio Grande e Generale, dovevano finire nelle casse dello Stato ben più del 17% previsto sul plusvalore!
Comunicato stampa

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