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Rf: si comincia a fare i conti con dura realtà crisi bancarie

25 feb 2021
Rf: si comincia a fare i conti con dura realtà crisi bancarie

Finito il tempo dell’euforia legato alla legge sulle risoluzioni bancarie – apriscatole con cui venne attivata la fine della scorsa legislatura – oggi si comincia a fare i conti con la dura realtà. Anche se la gestione delle crisi bancarie comporta percorsi obbligati, a San Marino, per esigenze politiche interne (c’era da abbattere un governo e mettere RF sul banco degli imputati), è stata trovata una soluzione nostrana i cui frutti sono dolorosamente maturati. Prima di tutto il destino dei dipendenti di Banca CIS poi diventata BNS. Nell’estate 2019 si sbandierava ai quattro venti che tutti i posti di lavoro sarebbero stati salvati, tesi accompagnata dall’enfasi di alcuni sindacati e di quasi tutto il Paese. La realtà di oggi è il licenziamento in blocco di tutti i dipendenti, a cui rimane come unica alternativa quella di essere graditi a chi comanda (nella politica o in Banca Centrale) e quindi di essere ben collocati nello spezzatino delle riassunzioni “politiche” di Banca Centrale e di Cassa di Risparmio che sono in corso. BCSM e Carisp, infatti, sono tornate in prima linea per realizzare iniziative dal sapore clientelare (e fa veramente sorridere pensare a quando l’attuale maggioranza, anni fa, parlava di carrozzone di Via del Voltone). Se uno degli obiettivi dichiarati era quello di salvare l’occupazione, è stato ampiamente toppato. La Banca Nazionale Sammarinese, nata sulle ceneri di Banca CIS, si è poi segnalata – a parte le interviste del suo Commissario alle TV italiane – per aver continuato l’attività bruciando risorse pubbliche, anche se formalmente chi paga è BCSM. Attendiamo di esaminare il bilancio per capire quanto sia costato alla collettività – di certo non poco – l’anno sabbatico di BNS. Sul passaggio delle azioni BNS allo Stato, silenzio totale. Banca Centrale è proprietaria al 100% di BNS da oltre un anno e sono stati disattesi gli impegni di legge sul passaggio di proprietà. Non è dato sapere cosa accadrà ma nel frattempo il tassametro corre… Per quanto riguarda gli NPL, anche quelli di BNS, nell’odg della corrente sessione consiliare è approdato un progetto di legge annunciato come imminente nell’estate 2020. Sono passati mesi e siamo ancora al palo. All’epoca, qualcuno aveva anticipato che l’ex CIS potesse assumere altra configurazione societaria o essere riconvertita per una eventuale cessione che avrebbe consentito di salvare i posti di lavoro e ridurre gli oneri a carico della collettività. Duole constatare che oggi – anche su questo versante – il fallimento è totale, nel silenzio di BCSM e di chi raccontava che questa operazione, grazie alla legge sulle risoluzioni bancarie, avrebbe rappresentato un modello di efficienza per la gestione delle crisi nel settore. Ricordiamo che la vicenda Banca CIS – che ha visto prima il commissariamento dell’istituto, poi la legge sulle risoluzioni, quindi la costituzione di BNS – non è nata in seguito all’azione e alla solerte attenzione della Vigilanza di BCSM, come avrebbe dovuto accadere, ma è esplosa con una indagine del Tribunale affidata ad un Commissario della Legge che venne innalzato dall’opposizione di allora – oggi maggioranza – al ruolo dell’eroe che smascherava i legami, poi rivelatisi assolutamente inesistenti nei fatti, di un gruppo criminale esterno con politici del governo di Adesso.sm; indagine il cui recente epilogo non è piaciuto molto al governo attuale in quanto il decreto del Tribunale (ed anche la Commissione d’Inchiesta su Banca CIS) nulla ha rilevato sulle collusioni della politica con il gruppo criminale stesso. La conclusione è che decine di persone hanno perduto il posto di lavoro; che BNS non ha trovato una nuova collocazione; che la sua gestione è costata milioni di euro e che il conto, non ancora definito, lo pagheranno i cittadini.
 Repubblica Futura


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