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Sinistra Unita e il potere discrezionale della politica

21 giu 2015
Sinistra Unita
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Nei giorni scorsi si è avuta notizia di alcune dichiarazioni rese dal sig. Gianluca Bruscoli, personaggio chiave dell’inchiesta “Conto Mazzini”, in merito ad alcune vicende legate alla speculazione edilizia avvenuta nel nostro territorio.
La prudenza è sempre doverosa in questi casi, trattandosi non di un semplice testimone ma di uno dei principali indagati per reati anche molto gravi e che, come tale, può legittimamente raccontare le “sue” verità. Tuttavia vogliamo cogliere l’occasione per fare alcune riflessioni sul tema, dato che il contenuto delle sue affermazioni, è di tenore analogo alle tante denunce effettuate dalle persone di Sinistra Unita nel corso degli anni Novanta e Duemila.
Non occorre certo chissà quale super testimone per riconoscere gli stretti legami tra la politica e gli speculatori che hanno saccheggiato il territorio negli “anni ruggenti” del mattone selvaggio, poiché gli effetti dal punto di vista urbanistico sono sotto gli occhi di tutti, mentre quelli dal punto di vista finanziario sono emersi prepotentemente nel corso delle inchieste giudiziarie sulla corruzione e sulla infiltrazioni malavitose, e sono ben presenti a tutti anche per le conseguenze causate ad alcuni istituti bancari che si sono avventurati in scellerate operazioni immobiliari.
La stessa Commissione di Inchiesta su Fincapital ha egregiamente messo in luce una parte di questi intrecci politici e affaristici, con l’aggravante del riciclaggio del denaro mafioso, ma è emerso anche un meccanismo in cui la politica poteva muoversi con un’amplissima discrezionalità che derivava dalla stessa legge, senza cioè avere bisogno di violarla per mettere in atto i suoi disegni.
Era sufficiente che la Commissione Urbanistica approvasse con votazione a maggioranza e trasparente, con tanto di messa a verbale, la variante di un Piano Particolareggiato promossa dal Segretario di Stato e dal Governo per dare il via ad aumento degli indici di fabbricabilità e allo sfruttamento intensivo di ingenti porzioni di territorio.
Qui dunque sta il punto: la politica si è dotata, grazie a leggi ad hoc, di un forte potere discrezionale che è andato incontro sia alle esigenze dei grandi speculatori, sia a quelle dei “piccoli” clienti, nella logica dell’accaparramento o di illeciti finanziamenti o di consenso elettorale per i singoli o per il partito. Per questi motivi sarà difficile che l’uso, seppure massiccio ma legalmente consentito, degli strumenti previsti da una legge iniqua potrà essere sanzionato penalmente, ma non per questo non deve essere posto al centro di un’opera di risanamento politico delle nostre Istituzioni che porti da un lato all’allontanamento di tutti quei personaggi che hanno abusato di questi meccanismi e dall’altro alla eliminazione di questo potere che è diventato sempre più arbitrario e clientelare.
Rivedere dunque profondamente gli strumenti di esame delle pratiche dei singoli, e non solo per quanto riguarda il territorio, è oggi una priorità per rendere concreto il cambiamento e diventa una cartina di tornasole per mettere alla prova quei partiti che hanno prosperato con questo sistema e oggi vorrebbero farci credere che appartiene al passato. Purtroppo quei partiti non sono ancora in grado di fare i contri con la propria storia e tacciono imbarazzati di fronte alle responsabilità di quelli che sono stati i loro principali condottieri nel recente passato.
Le indagini mostrano infatti che le interferenze del Congresso di Stato continuano, anche fuori dalle sue sfere di competenza, come nel caso della trattativa per la vendita delle licenze bancarie che si svolgeva presso le Segreterie di Stato senza che questi ne avessero alcun titolo se non per lo stretto “legame” di appartenenza che alcuni mediatori avevano con i partiti dei Segretari di Stato…
Chi vuole cambiare davvero, e non solo con le chiacchiere, allora ha l’occasione per dimostrarlo oggi stesso. Si metta mano a dei provvedimenti che trasferiscano una serie di competenze dall’amministrazione politica a quella pubblica. Le autorizzazioni devono essere concesse da commissioni tecniche sulla base di requisiti chiari e ben definiti e non dalla benevolenza del governo o della maggioranza di turno poiché in questo modo si creano meccanismi, nel migliore dei casi anche solo impliciti, di riconoscenza, mentre nei casi peggiori si dà origine a episodi di corruzione, voto di scambio, pressioni indebite e quant’altro. È chiaro che in questo modo si rinuncia ad un meccanismo di creazione di facile consenso che dovrà invece essere conquistato con azioni politiche convincenti, ma sarà proprio così che potremo liberarci dai vecchi marpioni che ancora oggi cercano di rimanere a galla.

Comunicato stampa
Sinistra Unita

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