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Banca Centrale chiede quasi 3 milioni di risarcimento e anche i danni non patrimoniali

Caso Titoli: l'ultima udienza prevista l'otto luglio. Confuorti, Savorelli e Guidi, i principali imputati.

25 giu 2024

Oltre 2.960.000 euro di danni patrimoniali – di cui 2.311.619 riferibili all'operazione dei “Titoli Demeter”- più i danni non patrimoniali e le spese processuali e legali. Questa in estrema sintesi la richiesta di risarcimento presentata dal collegio difensivo di Banca Centrale, oltre alla condanna penale di tutti gli imputati. L'avvocato Maria Selva ha affermato che l'operazione Demeter, in realtà, non era -– come sostenuto dalle difese di alcuni imputati – finalizzata ad erogare liquidità a Banca Cis ma servì ad azzerare pesanti situazioni debitorie di Francesco Confuorti, di alcuni suoi famigliari e della moglie dell'ex ispettore della vigilanza Bcsm Filippo Siotto.

L'avvocato Tania Ercolani ha evidenziato il ruolo di dominus di Confuorti nei confronti non solo del coordinamento di Vigilanza di Banca Centrale ma – facendo riferimento a scambi di mail e ai decreti dell'agosto 2017 - anche verso l'allora Segretario di Stato alle Finanze Simone Celli. Il terzo avvocato difensore di Banca Centrale, Filippo Cocco, si è soffermato sull'intensità del dolo nelle condotte degli imputati, coinvolti anche in altri processi, configurando un tentativo di colpo di Stato che non si è compiuto grazie – ha detto - alla rettitudine di alcuni funzionari che hanno denunciato il piano criminale.

Nell'udienza di domani, motiveranno le richieste di risarcimento, le altre parti civili e cioè l'Eccellentissima Camera, la Cassa di Risparmio, la società di gestione degli attivi ex Bns ( ovvero ciò che resta di Banca Cis dopo la risoluzione bancaria) ed Asset Banca. Lunedì prossimo spazio alla requisitoria del Procuratore del Fisco Roberto Cesarini che formulerà le richieste per ciascuno dei 12 imputati accusati a vario titolo di malversazione del pubblico ufficiale, rivelazione di segreto d'ufficio, abuso di autorità e bancarotta. Marco Mularoni, ex vicedirettore di Banca Cis, l'unico che ha scelto di lasciarsi interrogare, ribadendo estraneità da qualunque responsabilità decisionale nei fatti al centro del processo.





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