Fissata per il 7 dicembre l'udienza finale del processo in cui il giudice Alberto Buriani e l'ex Segretario di Stato Simone Celli sono accusati, in concorso, di tentata concussione e, separatamente, di falsa testimonianza. Buriani inoltre deve rispondere anche di abuso di autorità e, in concorso con il direttore dell'Informazione Carlo Filippini e del giornalista del quotidiano Antonio Fabbri, di violazione del segreto istruttorio o del segreto d'ufficio.
Sullo sfondo la vicenda di Banca Cis, il tentato acquisto dell'istituto da parte del gruppo Stratos, il fascicolo aperto e poi archiviato da Buriani nei confronti della Presidente di Banca Centrale Catia Tomasetti e di Sandro Gozi. Dopo le parti civili che, nella scorsa udienza avevano chiesto la condanna degli imputati e i risarcimenti oggi il dibattimento si è aperto con la requisitoria del Procuratore del Fisco Roberto Cesarini.
Per Buriani ha chiesto una condanna a 4 anni e 3 mesi di prigionia, l'interdizione per 5 anni, la multa a 50 giorni pari a 5.000 euro e la multa di 12.000 euro. Per Celli il Pf ha chiesto 1 anno e 4 mesi di prigionia, la multa a 30 giorni pari a 3.000 euro e l'interdizione per due anni, non opponendosi, nel suo caso, alla sospensione della pena.
Per entrambi i giornalisti, Filippini e Fabbri, il Pf ha chiesto l'assoluzione, per la mancanza dell'elemento psicologico. La parola è poi passata all'avvocato Michela Vecchi, difensore insieme a Gian Luca Mularoni, del Commissario della Legge Buriani. Un'arringa di oltre cinque ore durante la quale ha analizzato e contestato uno ad uno tutti i capi di imputazione e in particolare due aspetti dirimenti per le richieste delle parti civili e del procuratore del fisco.
L'avvocato Vecchi ha ribadito nuovamente l'inutilizzabilità della conversazione registrata tra Buriani e Gian Filippo Dughera, poiché frutto di un sequestro giudicato illegittimo, in diversi procedimenti. Ha inoltre smentito l'esistenza di rapporti amicali o di frequentazione di Buriani con l'ex patron di Banca Cis Marino Grandoni e l'ex amministratore delegato Daniele Guidi. In due anni – ha sottolineato – dai tabulati telefonici risulta che non c'è stata nemmeno una telefonata tra Buriani e Grandoni o tra Buriani e Guidi.
Chiesta dunque l'assoluzione del commissario della legge imputato per tutti i reati ascritti. Il 7 dicembre in programma l'arringa finale dell'avvocato Enrico Carattoni, difensore di Simone Celli, Carlo Filippini e Antonio Fabbri e nella stessa giornata il giudice Adriano Saldarelli emetterà la sentenza di primo grado.