Vicenda che rientra nel mare magnum giudiziario della parabola CIS. Quadro complessivo che va mano a mano completandosi, a suon di sentenze. E anche in questo caso è prossima all'epilogo, l'istruttoria dibattimentale. Che dovrà testare le accuse di appropriazione indebita, truffa e mancato rispetto delle norme in materia di separazione patrimoniale; cui devono rispondere a vario titolo figure apicali dell'istituto di credito.
Sentito oggi Alessandro Viola: responsabile dell'ufficio finanza già ai tempi di Banca Partner. Al centro del procedimento infatti il riferito utilizzo, all'insaputa dell'ISS, di milioni di euro in fondi pensione investiti in pronti contro termine; e anche di titoli di clienti privati – anch'essi inconsapevoli –, quale garanzia per ottenere linee di credito da banche lussemburghesi. Il teste ha spiegato come già nel 2007 quella dei cosiddetti “conti omnibus”, dove confluivano sia titoli della banca che dei clienti, fosse una prassi.
Peraltro ben conosciuta da BCSM, ha aggiunto; rispondendo al barrage di domande della parte civile SGA. Incalzato dalla Difesa Guidi, il testimone ha poi sostenuto di avere appreso solo anni dopo, del fatto che quei titoli fossero stati utilizzati come pegno; quando ormai il danno era fatto.
Decisiva la questione delle responsabilità. Viola ha dichiarato di non avere conoscenza che il socio di maggioranza Grandoni si occupasse di gestione patrimoniale. Ha poi dichiarato come i clienti di peso trattassero con la Direzione Generale; pur precisando di non aver mai visto il vice Mularoni - unico presente in Aula, per la cronaca – prendere decisioni sui titoli.
L'altro vicedirettore era Emilio Gianatti; atteso nella veste di testimone. La sua assenza, questa mattina, è stata ritenuta “ingiustificata” dal Giudice Vico Valentini; che ha prospettato un procedimento per falsa testimonianza qualora dia nuovamente forfait senza valide ragioni.
Prossimo step il 14 ottobre; poi le conclusioni. In apertura di udienza era stata data lettura ad alcune sentenze d'appello. Una delle quali riguardante una vicenda particolare: durante le campagna elettorale del 2019 un uomo avrebbe bruciato un opuscolo di partito e pronunciato offese nei confronti di due Segretari di Stato. Il tutto finì sui social. Dopo i 3 mesi di prigionia, pena sospesa, decisi in I grado; è stato infine dichiarato il non doversi procedere, per intervenuta prescrizione.