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Processo ex vertici Asset: prosciolti Stefano Ercolani e Barbara Tabarrini

Le accuse contro i due imputati non hanno retto al giudizio di primo grado

11 ott 2023

In estrema sintesi nessuna condanna. Ad ogni modo complessa la sentenza del Giudice Morsiani, tenuto conto del quadro accusatorio. A partire dalla contestazione di amministrazione infedele, innanzitutto per due finanziamenti alla società AB Invest. Deciso il non doversi procedere per Stefano Ercolani, essendo stata rilevata l'intervenuta prescrizione. Assoluzione invece per Barbara Tabarrini, per non aver commesso il fatto.

L'ultimo credito non trovò invece effettiva esecuzione; e in questo caso, per entrambi gli imputati, il Commissario della Legge ha escluso la punibilità per intervenuta desistenza volontaria. Il secondo capo di imputazione riguardava infine l'asserito ostacolo alla vigilanza: doppia assoluzione perché “non consta abbastanza del misfatto contestato”.

Questo l'ultimo atto di una lunga e travagliata vicenda giudiziaria. Al centro, secondo gli inquirenti, la concessione di prestiti – attraverso una società apparentemente terza – al Gruppo De Biagi. L'udienza conclusiva si era aperta con le dichiarazioni dei due imputati, sempre presenti.

Accorati i toni di Ercolani, nel rivendicare la correttezza delle operazioni che finirono nel mirino. Un fiume in piena l'ex Presidente di Asset; la voce spesso rotta dalla tensione emotiva. “Avete ucciso una realtà che faceva solo del bene a San Marino”. Sulla stessa linea Tabarrini. “Ci hanno portato via tutto quello che avevamo”. A suo avviso quell'operazione venne utilizzata dai vertici di allora di BCSM come una sorta di cavallo di troia, per entrare nell'istituto e sospenderne il CdA.

La legale di Banca Centrale – che si era costituita parte civile – ha però posto l'accento sull'azione della nuova governance di Via del Voltone, nel combattere quella che la ex DG di Asset aveva poco prima definito la “cricca”. Il PF ha dal canto suo escluso sia stato questo processo a determinare la chiusura della banca; parlando piuttosto di un “modo sammarinese di fare le cose”. Per il resto ha ribadito le proprie considerazioni riguardo la prescrizione.

Richiamata poi la testimonianza di un esponente di AIF, che avrebbe sottolineato come all'epoca non fossero state rilevate le particolari carenze segnalate da Banca Centrale. Nei cui confronti la Difesa – nel corso dell'arringa – aveva richiesto la condanna al risarcimento del danno morale. Istanza non accolta dal Commissario della Legge.





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