Per molti un maestro, per altri una leggenda. Per tutti il simbolo di un'epoca che, piano piano, va frantumandosi e alla quale ci si aggrappa solo grazie ai ricordi. Gli anni dei 'vitelloni' romagnoli, degli amori estivi consumati su un moscone o negli angoli di una città, Rimini, che tanto avrebbe da raccontare di quei favolosi periodi.
Zanza era uno dei padroni di quel momento storico. Oltre ai suoi cari, c'erano concittadini, amici e conoscenti. Tutti gli hanno voluto rendere omaggio per l'ultima volta nella chiesa del cimitero monumentale. Non solo persone, perché hanno partecipato, per così dire, anche le telecamere. Quegli obbiettivi e quelle macchine da presa che, da una parte all'altra del mondo, hanno raccontato le sue gesta di tombeur de femmes. L'eco arrivò, infatti, fino alle terre nordiche, nei Paesi delle donne da lui più amate. Si narra di migliaia di conquiste e di oltre 200 storie in un'estate.
Zanza se n'è andato a 63 anni, nell'intimità di un rapporto con una ragazza straniera di 40 più giovane. Ne hanno parlato i media internazionali e, nelle ultime ore, la pressione mediatica si è fatta più forte. Si è parlato del rifiuto di celebrare le esequie nella chiesa della sua parrocchia a causa del clamore. E' intervenuta allora la Diocesi, puntualizzando: “la Chiesa riminese non ha mai inteso rifiutare il funerale religioso”. Celebrazione che si è poi tenuta nel cimitero.
"Davanti a Dio ciascuno risponde di se stesso", ha detto il parroco che ha officiato il funerale durante un'omelia sobria e discreta, citando un passaggio dalle lettere di San Paolo. Al termine della cerimonia, ha preso la parola un'amica di famiglia che ha ricordato come Mauro - così lo chiamavano gli amici più cari - sia stato "una brava persona che ha portato anche tanta ricchezza per Rimini". All'uscita dalla chiesa il feretro è stato accompagnato da un lungo applauso. Presente alle esequie anche il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi.
Quella che rimane, ora, è la tristezza per una perdita che, in qualche modo, potrebbe essere resa più leggera, ricordando con un sorriso i bei tempi andati.
mt
Zanza era uno dei padroni di quel momento storico. Oltre ai suoi cari, c'erano concittadini, amici e conoscenti. Tutti gli hanno voluto rendere omaggio per l'ultima volta nella chiesa del cimitero monumentale. Non solo persone, perché hanno partecipato, per così dire, anche le telecamere. Quegli obbiettivi e quelle macchine da presa che, da una parte all'altra del mondo, hanno raccontato le sue gesta di tombeur de femmes. L'eco arrivò, infatti, fino alle terre nordiche, nei Paesi delle donne da lui più amate. Si narra di migliaia di conquiste e di oltre 200 storie in un'estate.
Zanza se n'è andato a 63 anni, nell'intimità di un rapporto con una ragazza straniera di 40 più giovane. Ne hanno parlato i media internazionali e, nelle ultime ore, la pressione mediatica si è fatta più forte. Si è parlato del rifiuto di celebrare le esequie nella chiesa della sua parrocchia a causa del clamore. E' intervenuta allora la Diocesi, puntualizzando: “la Chiesa riminese non ha mai inteso rifiutare il funerale religioso”. Celebrazione che si è poi tenuta nel cimitero.
"Davanti a Dio ciascuno risponde di se stesso", ha detto il parroco che ha officiato il funerale durante un'omelia sobria e discreta, citando un passaggio dalle lettere di San Paolo. Al termine della cerimonia, ha preso la parola un'amica di famiglia che ha ricordato come Mauro - così lo chiamavano gli amici più cari - sia stato "una brava persona che ha portato anche tanta ricchezza per Rimini". All'uscita dalla chiesa il feretro è stato accompagnato da un lungo applauso. Presente alle esequie anche il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi.
Quella che rimane, ora, è la tristezza per una perdita che, in qualche modo, potrebbe essere resa più leggera, ricordando con un sorriso i bei tempi andati.
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