Al momento non risultano – alla Segreteria Esteri – notizie di sammarinesi presenti nell'area sconvolta da questa catastrofe: l'ennesima, in Indonesia, dopo l'ecatombe del 2004, e le più recenti calamità naturali nell'isola di Sulawesi. Anche questa volta, a mietere vittime, è stato un devastante tsunami, abbattutosi sulle coste dello stretto della Sonda, che separa le isole di Giava e Sumatra. Un muro d'acqua alto 20 metri che ha distrutto centinaia di abitazioni ed alcuni hotel, facendo strage – tra l'altro - ad una convention di impiegati di una compagnia statale, mentre era in corso un concerto. All'origine di tutto, a quanto pare, una serie di frane sottomarine, seguite ad un'eruzione ad Anak Krakatau: l'isola emersa 90 anni fa, attorno al famigerato vulcano Krakatoa. Per questo motivo non sarebbe stato possibile attivare il sistema di allerta rapida per gli tsunami: efficace, invece, quando a generarli è un sisma. La situazione – al momento – è inevitabilmente di caos: con numerose aree colpite non ancora raggiunte dai soccorritori. Per questo motivo l'attuale pesante bilancio di morti e dispersi, purtroppo “crescerà sicuramente”, come sottolineato dal Presidente Joko Widodo. Le autorità indonesiane hanno diramato intanto un'allerta, invitando gli abitanti dell'area a “stare lontani dalle spiagge”; il timore, infatti, è quello di un secondo tsunami: improbabile in caso di terremoto; ma da non escludere qualora vi sia un'eruzione vulcanica. Dal Vaticano, durante l'Angelus, la solidarietà del Papa; che ha invocato il sostegno della Comunità Internazionale. “Invito tutti – ha detto Francesco – ad unirsi a me nella preghiera per le vittime e i loro cari. Sono spiritualmente vicino agli sfollati”.
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