La sera del 12 dicembre 1836 alla Fenice si concludevano le prove della Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizzetti e, verso le ore 01.30 di notte, il custode fu dissonnato dal denso fumo che avea invaso la stanza, ed affacciatosi alla finestra prospettante la scena, vide appreso il fuoco e diede subito l’allarme.
I pompieri di Venezia, al comando dell’ing. Giuseppe conte Sanfermo, salvarono dalla distruzione l’atrio, la sala da ballo, le sale Apollinee; il resto bruciò per tre giorni e tre notti. In sole tre ore l’incendio distrusse il corpo platea e il corpo palcoscenico. Alle ore 0.30 del giorno successivo crollò il tetto del corpo palcoscenico. L’incendio, favorito dal forte vento di nord-est (bora), grazie all’intervento dei VVF, non si propagò ai fabbricati vicini.
Le cause furono attribuite, dopo smassamenti adeguati, al cattivo funzionamento di un nuovo tipo di stufa austriaca alla Meissner che fu ritrovata ancora intatta.
I pompieri di Venezia, al comando dell’ing. Giuseppe conte Sanfermo, salvarono dalla distruzione l’atrio, la sala da ballo, le sale Apollinee; il resto bruciò per tre giorni e tre notti. In sole tre ore l’incendio distrusse il corpo platea e il corpo palcoscenico. Alle ore 0.30 del giorno successivo crollò il tetto del corpo palcoscenico. L’incendio, favorito dal forte vento di nord-est (bora), grazie all’intervento dei VVF, non si propagò ai fabbricati vicini.
Le cause furono attribuite, dopo smassamenti adeguati, al cattivo funzionamento di un nuovo tipo di stufa austriaca alla Meissner che fu ritrovata ancora intatta.
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