Sono passati esattamente quarantatre anni dalla grande crisi petrolifera che per effetto dell'embargo decretato dall'OPEC il 17 ottobre 1973 fermò le auto private negli Stati Uniti e nei Paesi alleati in Europa, Italia compresa, dove presero il via le ''Domeniche a piedi''.
A generare quello che è stato il momento più critico nella storia della motorizzazione italiana, nell'ottobre 1973, la guerra arabo-israeliana dello Yom Kippur (6-25 ottobre) portò all'embargo decretato dall'OPEC.
Le 'domeniche a piedi', insieme con gli altri provvedimenti presi dal Governo Rumor in tema di circolazione, come il rincaro dei carburanti e l'abbassamento a 120 km/h della velocità consentita in autostrada furono la reazione alla crisi dei carburanti e portarono ad una progressiva disaffezione degli italiani nei confronti delle quattro ruote, determinando una situazione di crisi del mercato automobilistico superata solo da quella attuale. Dal consuntivo di quell'anno con 1,449 milioni di immatricolazioni (in linea con il 1971 e il 1972 e, incredibilmente, sopra al totale mercato del 2012) si scese a 1,281 milioni nel 1974 e a 1,051 nel 1975.
I fatti che misero in crisi il settore delle auto e i trasporti occidentali si concentrarono, a breve distanza dallo scoppio della guerra in cinque giorni. Tra il 16 e il 20 ottobre Arabia Saudita, Iran, Iraq, Abu Dhabi, Kuwait e Qatar, assieme alla Libia decisero, come risposta alle forniture militari Usa agli israeliani durante la guerra arabo-israeliana dello Yom Kippur, un aumento unilaterale del 70% del prezzo del barile di petrolio seguito dal taglio della produzione e dall'embargo contro gli Stati Uniti e le nazioni alleate che sostenevano Israele.
Questa decisione ebbe l'effetto di far salire il costo del petrolio da 3 a 12 dollari per barile, costringendo i Paesi consumatori - comprese Europa e Giappone - a varare misure drastiche di riduzione dei consumi, inclusi quelli per la produzione di energia elettrica.
In Italia, a novembre del 1973, il Governo Rumor varò un decreto sull'austerity, che imponeva assieme ai rincari per i carburanti e per il gasolio da riscaldamento, anche un vero e proprio 'coprifuoco' per limitare i consumi di energia (taglio dell'illuminazione pubblica, riduzione degli orari dei negozi, chiusura anticipata per cinema, bar e ristoranti, sospensione alle 23 dei programmi televisivi). Ed il 2 dicembre del 1973 arrivò la prima domenica di stop alle auto private e agli altri veicoli a motore non autorizzati (misura che in seguito sarebbe stata usata anche per limitare lo smog), con un risparmio per ogni giornata 'a piedi' (ma più frequentemente in bicicletta) di 50 milioni di litri di carburanti.
A generare quello che è stato il momento più critico nella storia della motorizzazione italiana, nell'ottobre 1973, la guerra arabo-israeliana dello Yom Kippur (6-25 ottobre) portò all'embargo decretato dall'OPEC.
Le 'domeniche a piedi', insieme con gli altri provvedimenti presi dal Governo Rumor in tema di circolazione, come il rincaro dei carburanti e l'abbassamento a 120 km/h della velocità consentita in autostrada furono la reazione alla crisi dei carburanti e portarono ad una progressiva disaffezione degli italiani nei confronti delle quattro ruote, determinando una situazione di crisi del mercato automobilistico superata solo da quella attuale. Dal consuntivo di quell'anno con 1,449 milioni di immatricolazioni (in linea con il 1971 e il 1972 e, incredibilmente, sopra al totale mercato del 2012) si scese a 1,281 milioni nel 1974 e a 1,051 nel 1975.
I fatti che misero in crisi il settore delle auto e i trasporti occidentali si concentrarono, a breve distanza dallo scoppio della guerra in cinque giorni. Tra il 16 e il 20 ottobre Arabia Saudita, Iran, Iraq, Abu Dhabi, Kuwait e Qatar, assieme alla Libia decisero, come risposta alle forniture militari Usa agli israeliani durante la guerra arabo-israeliana dello Yom Kippur, un aumento unilaterale del 70% del prezzo del barile di petrolio seguito dal taglio della produzione e dall'embargo contro gli Stati Uniti e le nazioni alleate che sostenevano Israele.
Questa decisione ebbe l'effetto di far salire il costo del petrolio da 3 a 12 dollari per barile, costringendo i Paesi consumatori - comprese Europa e Giappone - a varare misure drastiche di riduzione dei consumi, inclusi quelli per la produzione di energia elettrica.
In Italia, a novembre del 1973, il Governo Rumor varò un decreto sull'austerity, che imponeva assieme ai rincari per i carburanti e per il gasolio da riscaldamento, anche un vero e proprio 'coprifuoco' per limitare i consumi di energia (taglio dell'illuminazione pubblica, riduzione degli orari dei negozi, chiusura anticipata per cinema, bar e ristoranti, sospensione alle 23 dei programmi televisivi). Ed il 2 dicembre del 1973 arrivò la prima domenica di stop alle auto private e agli altri veicoli a motore non autorizzati (misura che in seguito sarebbe stata usata anche per limitare lo smog), con un risparmio per ogni giornata 'a piedi' (ma più frequentemente in bicicletta) di 50 milioni di litri di carburanti.
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