E' un libro della fine degli anni 50, mai pubblicato, abbandonato in un archivio di Londra. Ma è come se fosse stato scritto oggi. In quel breve testo polveroso dal tema più che mai attuale ci ha creduto fortemente Michele Chiaruzzi, che ha vinto lo scetticismo di molti strappando all'oblio “Fortuna e ironia in politica” di Martin Wight, studioso britannico poco conosciuto anche in patria, sulla cui figura, anni prima, Chiaruzzi aveva incentrato il suo dottorato alla scuola superiore di Studi Storici di San Marino. Una storia che parte quindi da qui, dal piccolo monte, e che lo porta in Inghilterra, a spulciare ore e ore al freddo di un archivio di opere inedite. E se è vero – come scrive Wight - che la parola “fortuna” descrive l’esperienza più antica e fondamentale nella politica, è anche vero che è per pura coincidenza storica che la pubblicazione avvenga in un periodo di rara insicurezza come questo. Ecco che entra in gioco il caso, nella vita così come nella politica. Del cui futuro Chiaruzzi ha discusso con la gente, la sua gente. "Chi crede – dice - che le decisioni degli uomini su se stessi e gli altri siano semplici, lineari, prevedibili negli esiti, con percorsi logici e razionali, allora non ha compreso la complessità morale e causale della politica". Sulla forza del caso la storia trabocca di esempi. Il Direttore di Rtv, Carlo Romeo, fa riferimento alla fine della guerra fredda, fortemente legata al ruolo di Papa Wojtyla. Che divenne pontefice inaspettatamente, dopo la scomparsa improvvisa di Papa Luciani. E' capitato a tutti di confrontarsi con l'imponderabilità degli eventi. Da qui, l'invito a non ridurre la politica a formule matematiche, ma comprenderne la complessità, perché la politica è fluida, ha a che fare con l' incertezza, e come nella vita quando trovi una soluzione, ecco che si presenta un altro problema. E' qui la forza: l'esperienza dei propri limiti.
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