La figura di De Gasperi, grande “amico” di San Marino, viene ricordata in questi giorni, in occasione del 60°anniversario della sua morte il 19 agosto 1954. Della sua figura di statista e delle buone relazioni con il Titano si è avuto conferma nel recente convegno storico, a San Marino, con la partecipazione della figlia Maria Romana e di illustri studiosi. La ricerca più aggiornata ha potuto verificare, documenti alla mano, che realmente il grande statista trentino ha avuto per la nostra Repubblica un’attenzione particolare, fatta di tenerezza, di rispetto e di solidarietà, come confermarono, in un’intervista, Giuseppe Renzi (presente al Convegno) e Vittorio Meloni, consiglieri comunisti in quegli anni. Erano gli anni in cui De Gasperi, Presidente del Consiglio, incontrava spesso il Segretario di Stato, Gino Giacomini , esponente di un governo socialcomunista in piena sintonia con lo stalinismo del tempo. Erano i tempi post-bellici e della “guerra fredda”. San Marino viveva tempi duri di grande sofferenza e di povertà, di stipendi sospesi, di “gravi momenti di
indigenza”, come spesso ricordava, nelle sue lettere, Giacomini a De Gasperi. Tutto poteva politicamente congiurare a isolare il Titano e far cadere quel governo. I ministri italiani Scelba e Pella si rifiutavano di aggiornare il canone doganale dell’Italia per San Marino. Fu Alcide De Gasperi che, all’obiezione dei suoi amici di “stringere il cordone di assedio” – siamo ai tempi di
Rovereta - rispose di avvertire il grave dovere di rispettare “quella piccola isola di sovranità e di libertà, quale San Marino”, e di firmare un decreto di aggiornamento del canone a 600 milioni di
lire. “ E’ un grande favore che ci fa Presidente e gliene saremo sempre grati, per averci salvati”, così Gino Giacomini, in una lettera a De Gasperi (il 5 maggio 1953), per il quale nutrì sempre
grande ammirazione, fino a dichiarare il 19 agosto 1954: “La notizia dell’improvvisa morte dell’On. Alcide De Gasperi...eminente Statista e Uomo di irreprensibile rettitudine personale, antifascista
inflessibile, ha suscitato viva commozione anche nel nostro Paese”. A settembre, alla presenza della figlia Maria Romana, gli sarà intitolata una piazza a San Marino.
indigenza”, come spesso ricordava, nelle sue lettere, Giacomini a De Gasperi. Tutto poteva politicamente congiurare a isolare il Titano e far cadere quel governo. I ministri italiani Scelba e Pella si rifiutavano di aggiornare il canone doganale dell’Italia per San Marino. Fu Alcide De Gasperi che, all’obiezione dei suoi amici di “stringere il cordone di assedio” – siamo ai tempi di
Rovereta - rispose di avvertire il grave dovere di rispettare “quella piccola isola di sovranità e di libertà, quale San Marino”, e di firmare un decreto di aggiornamento del canone a 600 milioni di
lire. “ E’ un grande favore che ci fa Presidente e gliene saremo sempre grati, per averci salvati”, così Gino Giacomini, in una lettera a De Gasperi (il 5 maggio 1953), per il quale nutrì sempre
grande ammirazione, fino a dichiarare il 19 agosto 1954: “La notizia dell’improvvisa morte dell’On. Alcide De Gasperi...eminente Statista e Uomo di irreprensibile rettitudine personale, antifascista
inflessibile, ha suscitato viva commozione anche nel nostro Paese”. A settembre, alla presenza della figlia Maria Romana, gli sarà intitolata una piazza a San Marino.
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