Architettura, arte e design diventano una cosa sola a Venezia. Tra Giardini, Arsenale e sedi sparse per la laguna prende forma "La fucina del futuro", questo il titolo deciso da Lesley Lokko, curatrice della Mostra Internazionale d'Architettura. Porte aperte da domani al 26 novembre. Per la prima volta, riflettori puntati sull’Africa e sulla sua diaspora: una cultura fluida e intrecciata di persone che oggi abbracciano tutto il mondo. Un caleidoscopio di idee e contesti. Si guarda al futuro, come suggerisce il titolo, che porti cambiamento, equità e ottimismo. La mostra della Biennale accoglie 89 partecipanti: oltre la metà provengono dall'Africa o dalla diaspora africana. A ciò si lega il concetto di ospitalità rappresentato dal Padiglione di San Marino nella zona di San Lorenzo, pronto all'inaugurazione di questo pomeriggio. Il progetto vanta la collaborazione dell'Università di San Marino. FR, Istituto d'Arte Contemporanea si conferma nel ruolo di organizzatore. In mostra un laboratorio di Co-progettazione, nato da un lavoro pluriennale e interazionale, fondato su luoghi e bisogni reali. Il titolo scelto da Vittorio Corsini, che porta tre nuove opere, è "Ospite Ospitante", due lati della stessa medaglia, l'uomo sulla Terra e tutte le specie viventi. Segue il filone concettuale anche il Padiglione Italia, con l'esposizione "Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri", del giovane collettivo Fosbury. Non solo rappresentazione, ma il pretesto per realizzare azioni concrete e opere che non sono nulla di nuovo, ma perché nascono da materiali riutilizzati. In evidenza le sfide poste dal contemporaneo. Senza l’ambizione di dare risposte definitive.
Assente anche quest'anno il padiglione russo, come è avvenuto nel 2022 per la Mostra d'arte. Alle critiche di censura, la Biennale risponde: "Mosca non ha inoltrato la sua richiesta di partecipazione". Torna invece l'Ucraina, dopo nove anni, con "Before the future". Il padiglione si presenta spoglio e vuoto, immagine di un Paese in guerra, con case disabitate e paesaggi devastati, immaginando un futuro è una vita migliore.