Uno Shakespeare “di giro” adattato e costruito su un grande vecchio e mattatore, BRANCIAROLI, ultimo vero interprete italiano del teatro elisabettiano oggi. Uno Shylock da esteta che vira sulla commedia (anche in musica e luci scenografiche) con non poca ironia. In scena i meccanismi dell'odio condito dal pregiudizio razziale e religioso quanto mai attuali. L'ebreo corvino e torvo e la società mercantile opulenta veneziana, malata. In gioco la 'conversione' e il potere del doge sull'inganno dell'identità. Quando la vittima si trasforma in carnefice, il male e il bene si con(fondono), nella complessità del mondo.