842 milioni di persone accomunate da una tragedia: la fame. 798 milioni vivono senza cibo nei Paesi in via di sviluppo, 34 milioni nei Paesi mediamente sviluppati e 10 milioni nel mondo industrializzato. Cifre impressionanti, terribili, contro le quali combattere. Una speranza, forse un sogno, di certo una lotta a cui partecipa in prima linea la FAO di cui fa parte anche San Marino. La delegazione sammarinese guidata dall’ambasciatore Daniela Rotondaro, nel suo intervento durante i lavori della 32esima sessione della conferenza biennale dell’organizzazione delle Nazione Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha ribadito il suo impegno- già preso nel vertice del 2000- di un coinvolgimento a livello internazionale. La delegazione ha inoltre approvato la proposta di una alleanza per combattere la fame nel mondo. Questo significa sensibilizzare governi, società civile e organizzazioni mondiali per lavorare tutti insieme al fine di ridurre il numero di chi ogni anno muore per mancanza di cibo. Sottolineata l’importanza di un’educazione rurale di base, quale strumento per combattere la marginalizzazione di gruppi vulnerabili quali donne e bambini. L’impegno assunto in occasione del vertice mondiale sull’alimentazione era quello di dimezzare il numero di coloro che soffrono la fame e raggiungere questo obiettivo entro il 2015. Ma la valutazione emersa in questi giorni è che pochi progressi sono stati fatti in questo senso. Il 2015 diventa così una data utopica perché si rischia di ottenere questo risultato addirittura nel 2060. Necessario dunque un maggiore impegno nella realizzazione del Programma anti-fame, proposto di recente dalla Fao. Occorre migliorare la produttività agricola nelle comunità rurali povere, sviluppare e preservare le risorse naturali, espandere le infrastrutture rurali e allargare l’accesso al mercato, rafforzare le capacità di generare e diffondere le conoscenze, garantire l’accesso al cibo a chi ne ha più bisogno. Una strada lunga e difficile che non può né deve lasciare indifferenti.
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