I primi a commentare l’indagine su 114 cassieri della Carim accusati di aver violato la normativa antiriciclaggio sono i sindacati, assaliti da mille domande dai diretti interessati: “Ci preme sottolineare – dicono – che l’elevato numero di lavoratori che potrebbero essere coinvolti, stenta a conciliarsi con singoli diffusi possibili comportamenti anomali imputabili ai dipendenti e pertanto sarebbe necessaria una più attenta valutazione del contesto organizzativo/lavorativo”. In attesa di novità, i sindacati sono vicini ai dipendenti e si stanno attrezzando per dar loro il supporto necessario. Anche il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Rimini, Massimo Pasquinelli, esprime fiducia e considerazione ai dipendenti, dicendosi certo che sarà provata serenamente la loro totale estraneità. Le eventuali spese legali sarebbero comunque sostenute dalla banca. C’è da dire che l’inchiesta potrebbe riservare risvolti simili anche per gli altri sei istituti che devono essere controllati dalle fiamme gialle, nello stralcio dell’inchiesta denominata Re Nero, con la Procura di Forlì che indagava sull’Asset Banca di San Marino. La normativa antiriciclaggio è del 2008: in questo frattempo gli istituti di credito avevano il dovere di istruire adeguatamente il personale, e se ciò non è avvenuto è per negligenza. I dipendenti rischiano sanzioni pecuniarie. San Marino al momento sembra non essere coinvolta più di tanto, a meno che non emerga qualcosa sulla movimentazione di denaro: molti conti correnti erano intestati a soggetti sammarinesi, persone giuridiche o addirittura banche.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
Riproduzione riservata ©