Nonostante l'accrescimento annuale in tutta l'Emilia-Romagna di quasi 2 milioni e mezzo di metri cubi di legname e il primato di regione con più alberi di tutta Italia, le richieste di taglio non superano i 500 mila metri cubi, pari al 21%.
Il risultato è che si importa dall’estero più dell'80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta e del riscaldamento.
Una tendenza non solo regionale, ma anche nazionale: l'Italia infatti è il principale importatore mondiale di legna da ardere con una tendenza all’aumento di circa il 5% rispetto al 2015.
Si importa dall'Austria, Francia, Svizzera e Germania: un vero e proprio controsenso che rappresenta un grande potenziale economico inutilizzato.
"I boschi dell’Emilia Romagna – sostiene Coldiretti regionale – se valorizzati attivamente con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare non solo il serbatoio naturale di assorbimento del carbonio, ma anche un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto".
La situazione a San Marino non si discosta molto da questo trend italiano.
Bilancia commerciale della Repubblica che secondo dati ufficiali al 2015 della Comtrade, la divisione statistica delle Nazioni Unite, vede importati 13,12 milioni di dollari tra prodotti in legno e beni di carta, a fronte di una esportazione di soli 64 mila dollari di prodotti di legno a cui vanno sommati appena 1,3 milioni di beni cartacei.
Tra i principali prodotti esportati fra le macchine di lavaggi ed elettrodomestici, compaiono le macchine per il legno, ma il legno stesso non supera il 5% dell'esportazione totale.
107 le imprese totali della Repubblica coinvolte nel settore commercio di carburanti, legname, mobili e carta, di cui 16 riservati all'ingrosso e 43 alla vendita al dettaglio.
Difatti le potenzialità per raddoppiare l'export in prospettiva ci sarebbero tutte, secondo lo studio del Massachusetts Institute of Technology, specialmente se cadessero le barriere commerciali esistenti, che ne limitano il libero scambio.
Silvia Sacchi
Il risultato è che si importa dall’estero più dell'80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta e del riscaldamento.
Una tendenza non solo regionale, ma anche nazionale: l'Italia infatti è il principale importatore mondiale di legna da ardere con una tendenza all’aumento di circa il 5% rispetto al 2015.
Si importa dall'Austria, Francia, Svizzera e Germania: un vero e proprio controsenso che rappresenta un grande potenziale economico inutilizzato.
"I boschi dell’Emilia Romagna – sostiene Coldiretti regionale – se valorizzati attivamente con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare non solo il serbatoio naturale di assorbimento del carbonio, ma anche un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto".
La situazione a San Marino non si discosta molto da questo trend italiano.
Bilancia commerciale della Repubblica che secondo dati ufficiali al 2015 della Comtrade, la divisione statistica delle Nazioni Unite, vede importati 13,12 milioni di dollari tra prodotti in legno e beni di carta, a fronte di una esportazione di soli 64 mila dollari di prodotti di legno a cui vanno sommati appena 1,3 milioni di beni cartacei.
Tra i principali prodotti esportati fra le macchine di lavaggi ed elettrodomestici, compaiono le macchine per il legno, ma il legno stesso non supera il 5% dell'esportazione totale.
107 le imprese totali della Repubblica coinvolte nel settore commercio di carburanti, legname, mobili e carta, di cui 16 riservati all'ingrosso e 43 alla vendita al dettaglio.
Difatti le potenzialità per raddoppiare l'export in prospettiva ci sarebbero tutte, secondo lo studio del Massachusetts Institute of Technology, specialmente se cadessero le barriere commerciali esistenti, che ne limitano il libero scambio.
Silvia Sacchi
Riproduzione riservata ©