Nell'Eurozona l'inflazione cala al 2,8%, ma la Bce per ora continua a ipotizzare la mossa espansiva per metà anno. Anche la Fed lascia i tassi fermi e smorza la speranza di un taglio a marzo. Dunque quali sono le prospettive? "La Bce solitamente si accoda alle decisioni della Fed, magari con uno scarto di qualche settimana - risponde Andrea Ropa, direttore del QN Economia e Lavoro -. E la Fed ieri ha lasciato i tassi di interesse invariati, in una forbice del 5,25/5,50%, che significa un livello piuttosto alto. Questo ha deluso i mercati. Ma il presidente della Fed Powell non si è lasciato sfuggire una possibile data per l'inizio dei tagli d'interesse. Per averli però bisogna che sia sotto controllo l'altro parametro fondamentale: l'inflazione. Sta scendendo, ma probabilmente non nella misura sperata. La autorità finanziarie americane dunque continuano a procrastinare un intervento sui tassi, che probabilmente ci sarà non prima dell'estate".
"Finora gli sforzi fatti dalla Bce in termini di stretta monetaria non hanno avuto gli effetti sperati - continua Ropa -. Tutto questo però è costato una secchiata d'acqua gelata sulla crescita economica, che infatti in Europa langue, se non va addirittura verso una stagnazione o recessione".
Nel video l'intervista ad Andrea Ropa, direttore del QN Economia e Lavoro