Il direttore generale, il comitato esecutivo, il collegio dei sindaci revisori, il consiglio per la previdenza, la consulta sociale e sanitaria. Sono questi i nuovi organi dell’Istituto per la sicurezza sociale tracciati dal progetto di legge di riordino del sistema sanitario e socio-sanitario.
La gestione dell’istituto viene affidata al direttore generale, nominato da Congresso di Stato per tre anni, riconfermabile nell’incarico, il quale ha tutti i poteri esecutivi, salvo gli atti e le competenze per legge affidati al Comitato Esecutivo, composto dal direttore generale, dal direttore amministrativo e dal direttore sanitario. Il Collegio Sindacale e’ composto da tre membri nominati dal Consiglio Grande e Generale per 5 anni, indicati uno dal Congresso di Stato, uno dalle organizzazioni sindacali e uno dalle associazioni di categoria. 8 invece i membri del Consiglio per la previdenza, sempre di nomina parlamentare, di cui 2 indicati dal sindacato e 2 dalle organizzazioni economiche. Ancora 8 i membri della Consulta sociale e sanitaria, nominati dal Consiglio, di cui 2 su indicazione della csu e 2 dalle associazioni di categoria.
La legge sull’ordinamento del sistema sanitario, socio-sanitario e previdenziale della Repubblica comprende e assume, sottolinea il Governo, le finalità istituzionali, le conquiste collettive, sociali e politiche della legge istitutiva dell’Iss aggiornandone, nei termini corrispondenti alle nuove esigenze i contenuti, gli strumenti, le procedure, gli aspetti organizzativi e gestionali. La legge, in altre parole, dovrà promuovere la salute come valore fondamentale e bene prezioso, nella convinzione – rimarca la Segreteria di Stato per la sanità – che il diritto alla salute come bene pubblico e condiviso, costituisce uno dei tasselli fondamentali per affermare la dignità umana e il diritto di cittadinanza. E’ una svolta strutturale, commenta il segretario della Cdls Marco Beccari, ricordando che siamo di fronte a un modello gestionale che modifica completamente la gestione dell’istituto per la sicurezza sociale. Per questo, sottolinea Beccari, vanno chiariti meglio i meccanismi e le funzioni dei nuovi organismi che andranno a governare il sistema sanitario. E’ inoltre indispensabile che i ruoli di controllo e decisione affidati alle parti sociali, conclude il segretario della Cdls, abbiano il giusto peso nella nuova organizzazione. Per il segretario della Csdl Giovanni Ghiotti rimane irrisolto il grande nodo politico sul ruolo delle parti sociali. In questa proposta, ricorda, tutti i poteri principali sono affidati al nuovo Comitato Esecutivo, un organismo ristretto formato da 3 persone, mentre le parti sociali sono del tutto fuori dai processi decisionali, escluse da bilanci, budget, investimenti, personale e anche dalle istanze dei cittadini. A mio avviso, conclude Ghiotti, il governo deve mettere in campo una volontà diversa e presentare una proposta che conceda alle parti sociali la piena legittimità del loro ruolo di partecipazione alle scelte. Queste carenze, secondo il segretario della Csdl, sacrificano 50 anni di storia dell’Iss come sede di confronto, di coesione e di responsabilità dei vari soggetti politici e sociali. Positivo invece il giudizio sulla gestione del personale assunta dalla figura unica del direttore generale a cui vengono assegnate anche le prerogative che oggi sono del presidente.
La gestione dell’istituto viene affidata al direttore generale, nominato da Congresso di Stato per tre anni, riconfermabile nell’incarico, il quale ha tutti i poteri esecutivi, salvo gli atti e le competenze per legge affidati al Comitato Esecutivo, composto dal direttore generale, dal direttore amministrativo e dal direttore sanitario. Il Collegio Sindacale e’ composto da tre membri nominati dal Consiglio Grande e Generale per 5 anni, indicati uno dal Congresso di Stato, uno dalle organizzazioni sindacali e uno dalle associazioni di categoria. 8 invece i membri del Consiglio per la previdenza, sempre di nomina parlamentare, di cui 2 indicati dal sindacato e 2 dalle organizzazioni economiche. Ancora 8 i membri della Consulta sociale e sanitaria, nominati dal Consiglio, di cui 2 su indicazione della csu e 2 dalle associazioni di categoria.
La legge sull’ordinamento del sistema sanitario, socio-sanitario e previdenziale della Repubblica comprende e assume, sottolinea il Governo, le finalità istituzionali, le conquiste collettive, sociali e politiche della legge istitutiva dell’Iss aggiornandone, nei termini corrispondenti alle nuove esigenze i contenuti, gli strumenti, le procedure, gli aspetti organizzativi e gestionali. La legge, in altre parole, dovrà promuovere la salute come valore fondamentale e bene prezioso, nella convinzione – rimarca la Segreteria di Stato per la sanità – che il diritto alla salute come bene pubblico e condiviso, costituisce uno dei tasselli fondamentali per affermare la dignità umana e il diritto di cittadinanza. E’ una svolta strutturale, commenta il segretario della Cdls Marco Beccari, ricordando che siamo di fronte a un modello gestionale che modifica completamente la gestione dell’istituto per la sicurezza sociale. Per questo, sottolinea Beccari, vanno chiariti meglio i meccanismi e le funzioni dei nuovi organismi che andranno a governare il sistema sanitario. E’ inoltre indispensabile che i ruoli di controllo e decisione affidati alle parti sociali, conclude il segretario della Cdls, abbiano il giusto peso nella nuova organizzazione. Per il segretario della Csdl Giovanni Ghiotti rimane irrisolto il grande nodo politico sul ruolo delle parti sociali. In questa proposta, ricorda, tutti i poteri principali sono affidati al nuovo Comitato Esecutivo, un organismo ristretto formato da 3 persone, mentre le parti sociali sono del tutto fuori dai processi decisionali, escluse da bilanci, budget, investimenti, personale e anche dalle istanze dei cittadini. A mio avviso, conclude Ghiotti, il governo deve mettere in campo una volontà diversa e presentare una proposta che conceda alle parti sociali la piena legittimità del loro ruolo di partecipazione alle scelte. Queste carenze, secondo il segretario della Csdl, sacrificano 50 anni di storia dell’Iss come sede di confronto, di coesione e di responsabilità dei vari soggetti politici e sociali. Positivo invece il giudizio sulla gestione del personale assunta dalla figura unica del direttore generale a cui vengono assegnate anche le prerogative che oggi sono del presidente.
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