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Le preoccupazioni di Csdl su bilancio e pensioni: "Riforma o piccola manutenzione?"

Lavoro occasionale, previdenza, debito pubblico e Bns al centro di Csdl informa

di Monica Fabbri
1 lug 2021

Incontro surreale”: definisce così la Csdl il colloquio con la Segreteria Finanze sull'assestamento di bilancio, e “bizzarra”, per Giuliano Tamagnini, l'assenza di un testo su cui sviluppare il confronto. C'erano le preoccupazioni della vigilia legate alla situazione del paese ma l'intervento del Governo – afferma Antonio Bacciocchi - è stato “all'acqua di rose, non è vero che va tutto bene”. Non c'è dubbio che l'economia “sia ripartita prima e più forte del previsto, nessuno immaginava che ci saremmo trovati, soprattutto nell'industria, con un boom di lavoro, tante richieste e assunzioni”, ammette Enzo Merlini, ma sebbene si aspetti un incremento del gettito, non nasconde le perplessità su un assestamento puramente tecnico.

Sul debito pubblico tante le domande che attendono risposte. È stato detto che a fine anno verrà restituito il prestito alla Cargill e che lo Stato farà con i 340 milioni di Bond, ma non come quelle somme verranno impiegate. Merlini, guardando al bilancio pubblico, parla di “numeri spaventosi”. 40 milioni di deficit strutturale all'anno, a cui vanno aggiunti i 30 milioni di interessi e spese già previste per Carisp, bond internazionale e Cargill, più i 18 di ristori. “Siamo già ben oltre i 70 milioni”. Ricorda poi il tavolo quadripartito prima delle elezioni, “l'obiettivo del pareggio di bilancio – chiede - è riconfermato?”.




Tema che s'intreccia con le pensioni su cui si aprono tre settimane fitte d'incontri. “Sarà una riforma o un aggiustamento?” si domanda Elio Pozzi, “perché se stiamo parlando di un piccolo intervento temporaneo – spiega - magari in 3 settimane possiamo farcela”. La Csdl non ha dubbi: quel tema va affrontato in un tavolo generale su progetti di sviluppo. “Il pericolo è che si faccia un'operazione di piccola manutenzione”. C'è il timore che si voglia dare fondo agli accantonamenti. “Lo Stato deve continuare a contribuire pesantemente, ma – ci si chiede - con quali soldi?”. 

Infine, l'acquisizione di Bns attraverso quello che viene definito “un giochino per mettere sottotraccia debiti e difficoltà del settore bancario e finanziario”. “Che in un paese di possa trasformare il debito in credito semplicemente con un passaggio di carta senza innesto di denaro vero rasenta il ridicolo”, attacca Tamagnini. “Nodo che prima o poi verrà al pettine. Si parla – dice - di una cifra che rasenta il mezzo miliardo”. Il sindacato guarda alle future generazioni: “Non possiamo lasciare fardelli così pesanti”.





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